L’impatto con gli altri militi e con le strategie di guerra scelte dal comandante Mazzarri, inizialmente, non hanno premiato le caratteristiche di Gokhan e le sue stesse qualità tardavano ad emergere.
L’armata vinceva, ma Gokhan non convinceva.
Tuttavia, quando la sconfitta bussa alla porta di un vero guerriero, egli rimane in silenzio, non spreca energie per praticare la sofisticata arte oratoria, perché le parole sono effimere, egli sa che è meglio usare le forze per resistere e pazientare, perché un vero guerriero concepisce che l’arma più prodigiosa nella quale riporre la sua rivincita è il tempo.
Così da vero e prode soldato, Gokhan ha praticato, con minuziosa ed accorta umiltà, l’acuta e lungimirante arte del sacrificio, immerso in un concentrato e sacro silenzio.
Giorno dopo giorno, battaglia dopo battaglia, “Gokhan il barbaro” ha continuato a lottare, contro il nemico, ma, ancor di più, contro le aspre critiche che imponenti si scagliavano contro di lui, destreggiandosi in quella trama tattica nella quale faticava a trovare la sua collocazione ideale.
Ma Gokhan non si è mai avvilito né si è mai disperato.
Gokhan, piuttosto, forte e sicuro del suo valore, ha sempre agito nella crescente consapevolezza che il suo tempo sarebbe arrivato.
E così è stato.
Ieri, grazie all’ennesimo colpo letale inferto all’avversario, capace di paralizzare il nemico, far stropicciare gli occhi ai bambini e legittimare un sussulto dalla sedia per i padri, violento come un missile, sontuoso come una sinfonia di Beethoven, elegante come uno smoking e preciso come il più accorto e minuzioso dei disegni geometrici, “Gokhan il barbaro“, con disarmante ed insindacabile fermezza, ha dimostrato il suo valore di guerriero e, altresì, ha palesato di essere un guerriero vero.
Il suo tempo è arrivato, ma “Gokhan il barbaro” non vuole saperne di deporre le armi, proprio perché Gokhan è un guerriero vero.
Gokhan ha dimostrato di rispecchiare alla perfezione l’indole dell’animale dietro il quale era stato nascosto, nel giorno della sua presentazione al popolo partenopeo.
E ha voluto e saputo precisare di non essere un leone “qualsiasi“: con quel ruggito, ieri, Gokhan ha imponentemente dimostrato di incarnare “il re leone“.
Luciana Esposito
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