Napoli, mai così in alto con Mazzarri

I precedenti: solo pareggi fra Mazzarri e Zeman. Traguardo importante in vista per Hamsik«Siamo a tredici rispetto allo scorso campionato calcolando quei due punti che abbiamo conquistato sul campo, meglio non si sarebbe potuto fare» , ha sottolineato Mazzarri dopo la vittoria sul Palermo, la seconda consecutiva in casa, la prima del girone di ritorno.  In realtà, il Napoli, tranne una leggera flessione accusata ai primi di dicembre, ha viaggiato ad un’andatura abbastanza sostenuta. Imbattuto nelle prime sette giornate, cinque vittorie fuori casa, seconda migliore difesa del torneo, terzo attacco, il capocannoniere del campionato nelle proprie fila. Insomma, un rendimento da grande squadra pur con qualche rimpianto di troppo (il pari interno con il Torino in pieno recupero) e la tegola della giustizia sportiva caduta all’improvviso.  Il Napoli attuale si sta comportando addirittura meglio rispetto al torneo della qualificazione in Champions: ben cinque punti in più. E se viene confermato il trend che vuole le squadre del tecnico toscano crescere nel girone di ritorno, agli azzurri nulla può essere precluso.

IL SEGRETO – Di solito quando si raggiungono determinati risultati ci sono tanti piccoli segreti. Ma uno emerge su tutti gli altri: la continuità della guida tecnica che ormai è la stessa da circa quattro anni. Mazzarri ha potuto nel tempo trasmettere tutto il suo bagaglio di idee tattiche, perfezionare certi meccanismi di gioco, migliorare l’assortimento di uomini in determinati reparti ed accrescere l’affiatamento e l’autostima all’interno del gruppo. Rispetto al primo anno quando subentrò a Donadoni, rilevando una squadra che aveva raccolto sette punti in sette gare, il Napoli ha cambiato tanto pur confermando alcuni uomini-chiave: il portiere De Sanctis, i difensori Campagnaro e Cannavaro, gli esterni Maggio e Zuniga, il trequartista Hamsik. Ma proprio quel primo impatto di Mazzarri con il Napoli resta memorabile per i risutati ottenuti: diciannove utili consecutivi tra cui le vittorie in casa della Fiorentina, della Juve, dell’Atalanta e del Livorno, gara in cui fu fatto esordire Lorenzo Insigne, seppure per pochi minuti.

WORK IN PROGRESS – Con il passare degli anni, il tecnico toscano, avendo la possibilità di poter incidere sull’organico, è riuscito a migliorare il Napoli in maniera costante e progressiva. Al secondo campionato sulla panchina azzurra, il primo dall’inizio della stagione, dopo venti giornate la squadra era seconda in classifica a braccetto con la Lazio (proprio come oggi, senza la penalizzazione) ed a quattro punti dal Milan capolista. In quella stagione, gli azzurri riuscirono ad arrivare ai sedicesimi di Europa League (superando un girone di ferro) ed a piazzarsi terzi in campionato anche grazie all’esplosione di Cavani (26 gol). Furono in lotta per lo scudetto per un bel pò.  Nello scorso campionato, invece, nonostante investimenti robusti e la conferma di Lavezzi, il Napoli ha pagato oltremisura le fatiche in Champions. Alla ventesima giornata era addirittura settimo con 29 punti. Poi, gradatamente si è risollevato ma senza andare oltre il quinto posto, mancando così la conferma in Champions. In compenso c’è stata la conquista della Coppa Italia che resta comunque un trofeo da conservare in bacheca.

L’ACCELERAZIONE – Quest’anno, infine, Mazzarri, rinnovando il connubio con De Laurentiis per un’altra stagione, è riuscito a superare se stesso ed a fare meglio ancora. Questo grazie ai felici inserimenti di Behrami a centrocampo, Gamberini in difesa, Pandev ed Insigne in attacco. E grazie soprattutto alla coesione di un gruppo che ha saputo superare le squalifica di Cannavaro e Grava, i due punti di penalizzazione e le due sconfitte di fila ad inizio dicembre (con Inter e Bologna). Ora Mazzarri guarda avanti con ottimismo ed a migliorare la sua percentuale di vittorie in carriera che pure è ragguardevole, il 41 % (solo con il Napoli, invece, è del 48%). Di traguardi non vuole sentir parlare, per lui i bilanci si faranno alla fine, ma già oggi non sembra più così determinato a volersi concedere un anno sabbatico. Rispetto a Guardiola, lui ha tanta voglia di vincere qualcosa di importante ed il progetto del Napoli non sembra avere le gambe corte. Tutt’altro, alla guida del club, c’è un presidente che ha più voglia di lui di rimanere nell’Olimpo del calcio.

Fonte: Corriere dello Sport

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