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Cannavaro scoppia in lacrime: “L’incubo è finito!”

E poi Paolo ha abbracciato Cristina, ha stretto a sé Adrian, Manuel e Sofia e s’è lasciato andare: perché stavolta era finita, c’era la la luce che ne illuminava il volto alla fine del tunnel, e piangere non era un limite ma la rappresentazione umanissima d’un sentimento, la sintesi d’uno stato d’animo. La vita ricominciava – in quell’istante – a defluire nella sua normalità, mentre il volto era una maschera deformata dalla felicità travolgente per essere reimpossessato di se stesso, di un’esistenza infilata dal 18 dicembre in quel frullatore:

“E’ stato un mese terribile, sono stato nell’inferno. E’ una liberazione, perché sono stato molto male e non dimenticherò mai ciò che ho avvertito in questo periodo. La gioia è immensa ma ho il dovere, in questo momento, di ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicino: la Società, per quello che ha fatto; il mister ed i compagni che mi hanno confortato”.

SI RIGIOCA – L’alba d’un nuovo giorno è ovunque, a Napoli come a Dubai, per Paolo che è (finalmente) fuori dall’incubo, e per papà Pasquale che festeggia con Fabio e poi cede all’emozione via etere, su Crc, mentre il pallone d’oro de «La loggetta» posta su twitter la foto con l’espressione fiera del ‘fratellino’ che intanto è alle prese con il cellulare, è inondato dai messaggini e dalle telefonate.
Fabio twitta: “Paolì, ma che ce ne fotte“. E’ qui la festa e ora che i detriti della memoria scivolano via, in quella sfogatoio che accoglie trenta giorni da perdersi dentro, ciò che resta è il desiderio di risistemare gli scarpini, annodarli e poi correre in fretta a Castelvolturno, alle quattordici in punto, per ricaricarsi d’adrenalina: “Ho ricevuto sostegno dalla gente ed ho avvertito l’amore della gente, ma è stata durissima”.

Fonte: Corriere dello Sport

Articolo modificato 18 Gen 2013 - 08:55

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Scritto da
redazione