Aveva ragione lui, Eduardo Chiacchio. 58 anni, esperto in diritto sportivo con studio al Centro direzionale, dal 2004 più di un migliaio di club e tesserati nei vari processi al calcio italiano che puntualmente si tengono.
Ma la Disciplinare non ci sta e dice di no. “Gianello non è stato mai collaborativo, ha solo ammesso ciò che non poteva essere smentito. Non può beneficiare del patteggiamento”. Da lì a qualche ora la strategia di Chiacchio cambia. “A quel punto capisco che le vie di uscita per il mio assistito sono molteplici e mi appello alla violazione ex articolo 1 dei principi di slealtà sportiva”. In primo grado va malissimo: per Gianello la condanna è a 3 anni e 3 mesi per tentato illecito. Tentato illecito per cui scatta la responsabilità oggettiva del Napoli e la penalizzazione in classifica.
Ieri l’arringa di Chiacchio sgombra ogni dubbio: “Non si evince dagli atti di questo processo che un comportamento illecito, pur pensato da Gianello, abbia valicato la sfera personale”. In pratica, pensa di poter guadagnare dei soldi combinando il match, magari cade pure nella tentazione ma non riesce ad attuare l’illecito.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 20 Gen 2015 - 17:52