5000 anime azzurre, ieri hanno gremito il settore ospite dello Stadio Artemio Franchi di Firenze, per non far mancare calore e supporto al Napoli, in occasione del match-aperitivo delle 12.30.
Ma, oltre ai “napoletani di Napoli“, partiti al seguito della squadra, per poi far ritorno nel capoluogo campano dopo la partita, chi sono i sostenitori degli azzurri in trasferta?
I napoletani residenti al Nord dell’Italia o “più a Nord” di Napoli, senza dubbio.
Sono loro che concorrono in maniera cospicua a tingere d’azzurro gli stadi nei quali i partenopei sono chiamati a gareggiare in trasferta, così come testimoniano i tanti striscioni dei vari Club Napoli affissi sulle ringhiere o sventolati con orgoglio, quell’orgoglio squisitamente partenopeo che non si affievolisce, nonostante gli anni trascorsi nel freddo del settentrione, né si impoverisce di quella peculiare e sanguigna passione puramente partenopea.
Chi meglio di una napoletana trapiantata al Nord, può raccontarci cosa significa vivere il Napoli lontano da Napoli?
“Mi chiamo Rosaria D’ Agostino, ho 43 anni e vivo ad Udine da 17 anni.
La mia passione per il Napoli nasce fin da quando ero una ragazzina, poiché sono cresciuta in una famiglia di grandi sostenitori della squadra azzurra.
Purtroppo per problemi economici non sono quasi mai potuta andare a vedere una partita allo stadio, tranne una volta in cui mi ci portò mio fratello. La partita era Napoli-Inter, ero vestita tutta d’azzurro, avvolta in una grande bandiera, intrisa dei colori che dipingono il mio cuore. In quell’occasione, il mio Napoli vinse 2-0 grazie alle reti realizzate da Maradona e Careca. Durante quella partita provai un’emozione indescrivibile, anche perché era grande, dentro me, il timore che la squadra potesse perdere proprio in occasione della mia prima volta allo stadio. Ma così non fu e dopo pochi mesi, lo scudetto fu nostro.
C’è stato un periodo in cui mi sono allontanata dal mondo del calcio in generale, poiché avevo notato che c’era troppo interesse economico e poca sportività, ma, poi, con il passare del tempo, ho realizzato che bisogna andare oltre questi aspetti negativi e concentrarsi, piuttosto, esclusivamente a prestare fede e passione alla propria squadra.
E, soprattutto, la lontananza dalla mia amata terra mi ha portato a riaccendere la fiamma per la squadra azzurra.
Ora, infatti, ad alimentare la mia passione, concorre in maniera sostanziale e determinante la presenza, nella città nella quale, ormai, vivo, di un Club formato solo da tifosi napoletani, tutti fortemente uniti dalla passione per il calcio e per il Napoli, in particolare.
Quando sono con loro, riesco ad alleviare la nostalgia che deriva dalla lontananza dalla mia terra, perché, anche dopo 17 anni, è dura abituarsi all’idea che tra te e la tua città, intercorrono 900 chilometri di distanza.
Nel Club Napoli Udine, siamo tutti una vera, grande famiglia e grazie a loro sto recuperando le trasferte perse da ragazzina.”
Uno dei tanti “miracoli” di cui è capace questa squadra, così come emerge dal racconto di Rosaria, è, senza dubbio, rappresentato dalla capacità di riscaldare il cuore dei suoi sostenitori, a prescindere dalla collocazione geografica che la vita, il destino e le circostanze gli impongono di occupare.
Luciana Esposito
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