La parola alla difesa. Francesco Montervino respinge tutte le accuse e dà la sua versione dei fatti. Un esulto il suo, contro gli insulti. Il capitano della Salernitana, ex bandiera del Napoli, decide di parlare dopo quel gesto per il gol ad Aversa di domenica scorsa che gli è costato sei giornate di squalifica e due anni di Daspo.
Si aspettava tutto questo dopo quel gesto?
«Mi verrebbe da rispondere quale gesto? Non riesco a capacitarmi di quanto sta accadendo. Non ho fatto nulla, sto subendo grandi ingiustizie e tutto questo mi fa male. Sono a pezzi perchè mi stanno condannando per quello che non ho mai fatto».
Che cosa ha fatto?
«Ho la sola colpa di essere andato ad esultare di petto, sotto la tribuna. Senza dire una parola, senza sputare e senza compiere nessun gesto ingiurioso nei confronti dei tifosi avversari così come invece recita il referto del giudice sportivo».
C’è chi la pensa diversamente. Perché?
«Non ne ho la più pallida idea. Mi sono scusato sia in campo, sia il giorno successivo con un comunicato perchè volevo dire a tutti che non ho fatto quel gesto contro i tifosi dell’Aversa, ma solo per esultare alla mia maniera ed anche contro delle persone che per tutta la partita avevano inveito contro di me. Mi distrugge sapere che c’è gente che sta testimoniando il falso».
Cosa pensa di fare?
«Chiedo di essere scagionato totalmente. Sono sicuro che le immagini fugheranno ogni dubbio. Credo nella giustizia e nella buona fede di chi mi accusa e sono disposto a pensare che, forse, ha preso una svista».
Anche Ghirelli che ha definito il suo gesto imbecille?
«Il direttore ha parlato a caldo e, onestamente, poteva evitare quelle dichiarazioni. Lo invito a rivedere quella che è stata la mia esultanza e la mia faccia. Probabilmente si renderà conto che la mia, forse è stata un’esultanza spropositata, ma null’altro».
Sei giornate di squalifica e due anni di Daspo. Cosa le fa più male?
«Mi fa male tutto. Non so se Ivan il Terribile ha preso due anni di Daspo. Mi stanno trattando come un delinquente, un danno alla mia immagine. Poi per far capire alla gente che non è così sarà dura».
In che senso?
«Se anche dovessero cadere tutte le accuse sarà difficile restituire l’immagine del Montervino di sempre: tutte le squadre in cui ho giocato e dove spesso sono stato pure capitano mi hanno riconosciuto come uomo e calciatore».
Si sente un perseguitato?
«Sì. Ho la sensazione che vogliano cominciare da me con le punizioni esemplari. Non si spiega perchè Boateng subisce dei cori razzisti, lui reagisce, la partita viene interrotta e il rossonero passa giustamente per un eroe. Montervino viene insultato per 45 minuti: Il destino gli fa fare gol, ha la sola colpa di esultare sotto la tribuna dove c’erano quelle persone che lo avevano insultato e viene massacrato e definito un delinquente».
Le parole più belle?
«Mia figlia di sei anni e mezzo in macchina. Papà prendi l’iPad e fai vedere a tutti che quelle cose non le hai fatte».
Quelle più cattive?
«Quello che ho letto sul referto»
Tornasse a domenica scorsa rifarebbe quel gesto?
«Forse non arriverei sotto la rete ad esultare. Ma esulterei a muso duro e a petto in fuori come ho fatto».
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 25 Gen 2013 - 13:38