Non saremo solidi e robusti come la Juve, non saremo forsennati nè tantomeno schiacciamo gli avversari nel loro angolo di campo, non siamo tante altre cose, ma possiamo dire che siamo spettacolo.
Questo lo riconosciamo come nostro, è il nostro segno di alterità. Abbiamo l’inventiva della giocata, il tocco che sfonda, la palla che uccide mentre gli altri non l’aspettano. A Parma i due gol sono stati una creazione di Dio: improvvisi e inaspettati come solo chi ha un potere non legale può permettersi. L’imprevisto è la cifra costante del Napoli.
Non si può contrarre il virus della banalità con la nostra squadra. Non esistono copioni là davanti, sono giudicati bestemmie gli schemi. Il grande schema è non avere schemi che taglino la testa agli inventori. Lì davanti è poesia. E’ un incrocio di linee, di attaccanti che escono e centrocampisti che vanno, di terzini che bucano l’area.
La Juventus mi annoia con il suo possesso palla, con il rituale della sua forza manifesta, con il copione mandato già a memoria e che non lascia spazi vuoti all’improvvisazione. Noi ci chiudiamo, magnifica preda succulenta da aggredire, ma senza sapere come, siamo dall’altra parte, in un altro mondo. Parata e stoccata, e l’agilità dell’illusionista con le sue mani sapienti.
I terzini non crossano, obliqui devastano l’area per creare l’imbuto perfetto al centro…un passaggio non schedato e una furia chissà venuta da dove..e gooool!
Questa è arte, questo è spettacolo. Noi non siamo operai, a noi non piacciono le grigie piattaforme dove il lavoro si ripete uguale. Siamo lucerne in mezzo alla notte, dediti al piacere e alla sorpresa che vivifica
Carlo Lettera
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Articolo modificato 1 Feb 2013 - 01:02