Dal settore ospiti del Bentegodi di Verona, infatti, si sono innalzati dei cori razzisti, stavolta non indirizzati al Vesuvio, ma al neoacquisto rossonero Mario Balotelli.
I supporter della Vecchia Signora hanno ben pensato di non fargli mancare il loro personale e riprovevole bentornato, intonando un intollerabile e demenziale coro che recita: “Se saltelli, muore Balotelli”.
Non è la prima volta che i tifosi juventini danno sfogo al loro, ormai, non più giustificabile né tollerabile zotico razzismo, prendendo di mira Super-Mario.
Infatti, nel gennaio del 2010, durante la partita di Coppa Italia contro il Napoli, ancora una volta nel corso di una gara che non vedeva nemmeno figurare Balotelli tra i calciatori presenti in campo, i tifosi bianconeri gli dedicarono dei cori offensivi e razzisti.
Ragion per cui, il giudice sportivo aveva disposto la chiusura per un turno della curva dell’allora bianconero Stadio Olimpico.
Mario Balotelli è un cittadino ed un calciatore italiano e, per giunta, non è un calciatore “qualunque“, bensì uno tra i più promettenti e talentuosi sbocciati nella nostra nazione, ragion per cui incarna il futuro della Nazionale allenata da Prandelli, perché è in lui che vengono riposte speranze e sogni di gloria.
Ma, ancor di più, Mario impersonifica uno stereotipo ben delineato: quello dei “nuovi figli” del nostro Paese, quelli nati dall’unione di due immigrati, sbarcati in Italia alla ricerca di una vita migliore, sposandone leggi, cultura, ideologie, tradizioni, usi, costumi.
E ciò concorre a rendere Mario un italiano a tutti gli effetti, molto più fiero, probabilmente, di appartenere a questa nazione e molto più meritevole di rappresentarla, rispetto a chi non sa applaudirne l’integrazione, ma preferisce osteggiarla.
In rispetto di quei due genitori ghanesi e di tutti quelli che, come loro, seppur non italiani, hanno generato figli italiani, in rispetto di quei figli che godono dei medesimi diritti e doveri, a prescindere dal colore della pelle piuttosto che dai tratti somatici che narrano e non celano le radici di provenienza, ma soprattutto per rispetto “della parte sana dello stivale“, che al cospetto di quei cori si indegna e si vergogna, è tempo di applicare leggi e provvedimenti assai più intransigenti ed austeri al cospetto di qualsivoglia pratica discriminante e discriminatoria applicata al calcio e che con questo sport non ha nulla da spartire.
L’Italia innamorata dello sport, a prescindere dalla fede calcistica di appartenenza, non può che applaudire il ritorno di Balotelli e gioire per il ritorno a casa di un perentorio talento Made in Italy, perché la presenza di Super-Mario arricchisce il nostro campionato, conferendogli prestigio e classe.
Adesso è compito ben preciso della giustizia sportiva estirpare dal nostro calcio tutto ciò che concorre ad impoverirne l’essenza e a deturparne la sana ed educativa beltà.
E’ tutta l’Italia calcistica a pretenderlo.
Luciana Esposito
Riproduzione Riservata
Articolo modificato 3 Feb 2013 - 16:48