Mai dire mai: manco quando c’è una mano sulla spalla che sembra ti stia spingendo in quel burrone che sta un passo più in là. La calma forse è la virtù dei forti e fa niente se a un certo punto un tunnel t’abbia inghiottito, costringendoti a deambulare nell’oscurità. Domenica 16 dicembre, in teoria ieri ma in pratica è un’altra vita: perché quel che resta del buio, dell’infelicità reale, è un ricordo debole che si perde nell’attuale gioia sfrenata. Domenica 16 dicembre, eh già: Napoli-Bologna è appena finita, 2-3 per i rossoblu e la classifica è una spada di Damocle che piomba sull’umore e pende sul capo di Mazzarri, con la Juventus a otto punti e lo scudetto che si perde nella nebbia.
LO CHOC – E’ un mese orribile, una sofferenza interminabile che raggiunge vette insormontabili martedì 18, quando la Discpilinare toglie due punti al Napoli, ma anche Cannavaro e Grava e infine il sorriso: a Siena, sabato 22 dicembre, la vittoria è un dettaglio esistenziale, un aspetto marginale d’un club stravolto dentro, e chissenefrega che la Juventus sia ormai a dieci punti e la Champions (sicura) a due e il terzo posto per gli spareggi a uno. E’ la leggerezza ch’è venuta meno, è quel clima d’insopportabile malinconia, d’insofferenza, che grava intorno a un tecnico sfilato via dagli spogliatoi per «andare a prendere l’aereo» .
LA RESURREZIONE – E’ un Natale ad alta tensione, cupo e misterioso, con il destino collettivo che resta in un limbo; ma è in quei giorni che rinasce, autononamente, l’autostima, che scocca una scintilla e il Napoli si riaccende: all’Epifania, il 4-1 sulla Roma provvede a risistemare la classifica, ad avvicinare ulteriormente alla Juventus, che intanto ha perso in casa con la Sampdoria, e a riavvicinare ideologicamente Mazzarri e De Laurentiis, la cui reciproca rabbia per la vicenda-scommesse finisce per armonizzarne la visione d’un mondo che sta loro stretti. La svolta è nell’aria e la rinascita è imperiosa: domenica 13 gennaio, mentre il Napoli si sbarazza del Palermo, la Juventus rallenta a Parma, e al san Paolo il boato annuncia che qualcosa sta cambiando. Meno cinque. Macché, meno due: perché il 17 gennaio giustizia è fatta, con la restituzione dei due punti e con la classifica che improvvisamente lampeggia d’azzurro, con la Juventus a 45 e Napoli-Lazio a 42.
LO STACCO – C’è soltanto un momento di pausa in questi cinquanta giorni (circa) che riscrivono una stagione intera, trasformandola da enigmatica in incoraggiante, anzi esaltante: a Firenze finisce 1-1, con Juventus e Lazio che dilagano su Udinese e Palermo. Ma è uno stop and go, perché la ripartenza è fulminante ed a Parma, al «Tardini» , dove Madame s’era imballata, il 2-1 riavvicina al vertice, risistema nel cono visivo di Mazzarri un drappo che è verde, bianco e rosso. Meno tre e c’è da divertirsi, aspettando il primo marzo e, ancor prima, sabato 9 febbraio, l’altra data da mandare a memoria, perché all’Olimpico di Roma va in scena in braccio di ferro per il secondo posto. In cinquantamila con il Catania, tra la tormenta d’un diluvio e l’estasi d’un 2-0 che introduce nel futuro: il Napoli è tornato.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 5 Feb 2013 - 10:03