Maurito Icardi e Pedro Obiang della Sampdoria, Luis Muriel dell’Udinese, Davide Astori del Cagliari, Jorginho dell’Hellas Verona, Domenico Berardi del Sassuolo. Tutti obiettivi del Napoli, tutti giocatori accomunati dalla giovane età e da un lungo futuro nel calcio che conta. Il cercare con forza, da parte di Bigon, questo tipo di giocatori deve far riflettere. Si analizza un po’ l’età dei calciatori azzurri, si fa una media e ci si rende conto che quest’ultima si attesta a 28,8 anni. Nessuno come, o più, di noi. Il Napoli è la squadra più vecchia del campionato.
L’analisi – Il dato poco prima riportato si aggrava se prendiamo in considerazione anche il numero di giocatori coinvolti nel progetto Napoli. I calciatori della prima squadra sono venticinque, la rosa più ristretta assieme ad Udinese e Cagliari. La differenza però è nel fatto che i Friuliani e i Sardi sono rispettivamente la prima (25,4) e la seconda (25,6) squadra più giovane della Serie A. Il progetto partenopeo è nato con il diktat di De Laurentiis: voglio giovani che riescano ad infiammare la folla. Ma i tifosi, oltre a divertirsi, vogliono anche vincere e per alzare qualche trofeo serve anche un fattore: l’esperienza. E con l’avvento di Mazzarri, allenatore poco propenso ai giovani, e di Riccardo Bigon l’età media degli azzurri si è alzata vertiginosamente. Escluso il diciottenne Radosevic, gli altri tre colpi dell’ultimo mercato invernale ha portato all’ombra del Vesuvio Emanuele Calaiò (31), Rolando (27) ed Armero (26). Gli ultimi due sono nella fase centrale della propria carriera, il primo invece è all’ultimo suo grande contratto. Nel gruppo degli over 30 ci sono anche Morgan De Santis (35), Roberto Colombo (37), Gianluca Grava (35), Hugo Campagnaro (32), Paolo Cannavaro (31), Alessandro Gamberini (31), Christian Maggio (30), Giandomenico Mesto (30). In pochi, invece, sono al di sotto dei 25 anni, anzi, oltre Radosevic, solo due: Omar El Kaddouri (22) e Lorenzo Insigne (21). Il resto della rosa si attesta tra i 25 ed i 29 anni.
Il futuro – Gli indizi ai quali alludevamo all’inizio del pezzo fanno più di una prova. Il Napoli segue i giovani per non trovarsi a fare i conti, tra qualche anno, con una rosa logora. La programmazione prima di tutto e allora meglio cominciare ad inserire nuovi tasselli fin da subito che tutti insieme, in possibili momenti di difficoltà. Di certo il futuro azzurro ha due aspetti da tenere bene in conto; il contratto di Mazzarri e la valorizzazione del vivaio. Soprattutto il secondo fattore sarà determinate. La primavera è un tesoro da preservare e, quanto prima, dal quale attingere.