A Barcellona già lo rimpiangono. Quique Alvarez, ex difensore spagnolo e oggi uno dei responsabili del settore giovanile blaugrana, la mette sul filosofico: “Il Barcellona non può tenersi tutti; e poi non è detto che non possa tornare da noi”.
Mauro Emanuel Rivero Icardi, più semplicemente Maurito, 20 anni da compiere il 19 febbraio, ha fatto la sua scelta da tempo. Oggi lo corteggiano tanti club, in Italia il Napoli è in pole-position: avrebbe potuto prenderlo la settimana scorsa se la discussione tra domanda e offerta non fosse stata fatta l’ultimo giorno di mercato. È bastato però per strappare almeno un gentlemen agreement, un patto tra gentiluomini: se il Napoli vorrà, a giugno avrà la precedenza sulla concorrenza. Si parte da dodici milioni di euro, l’attuale valutazione del giovane bomber.
Icardi spegnerà venti candeline la prossima settimana, è argentino di Rosario e per questo motivo ha fatto intendere che preferisce la Seleccion biancoceleste al tricolore di Prandelli, ammesso che un giorno dovesse entrare nei pensieri dei selezionatori delle nazionali maggiori. Oggi fa parte dell’under 20 argentina: “Domani chissà; valuterò al momento opportuno anche se il primo pensiero va alla maglia del mio Paese”.
Maurito è quello che si dice un ragazzo con la testa sulle spalle. Lo è stato fin da bambino: a 5 anni è la star del Club Infantil Sarratea. Nel primo campionato realizza 51 gol, nel secondo, inclusa la Coppa Interprovinciale, 108. Nel 2002 la famiglia si sposta alle Canarie e lui viene tesserato dal Vecindario. A Las Palmas ricordano bene l’enfant prodige: 128 gol in una sola stagione negli esordienti. Nel 2007 il Vecindario gioca a Tenerife un torneo con le giovanili di Espanyol e Porto. Suo padre Juan viene subissato di telefonate e tra quelle chiamate c’era anche quella del Barcellona. Icardi entra nella Masia, la fabbrica dei fenomeni, il 1 settembre del 2007.
“È uno di quelli che vedi e dici: mamma mia che fenomeno, dove può arrivare?”. Parola di Rodolfo Borrell, capo del settore giovanile del Liverpool. Fu Benitez a chiamarlo in Inghilterra nel 2009, Borrell era uno dei tecnici della Cantera del Barcellona dove Maurito era approdato ad appena 14 anni. Con i suoi compagni, vedeva Messi e sognava di imitare le sue magie. “Tutti guardano Messi e Iniesta fare giochi di prestigio: a fine allenamento i ragazzi si fermano per ammirare i loro campioni ma il segreto è nel non cercare di imitarli, almeno non subito. E questo faceva Maurito, è sempre stato uno molto maturo nonostante la giovanissima età” – parole di Quique Alvarez “colpevole” per i catalani di non aver saputo trattenere a Barcellona il talento emergente. Lui si giustifica così: “È prestante, ha bisogno di spazi, non sarebbe stato facile infilarlo nel Barcellona dei grandi. Però non è per questo motivo che lo abbiamo lasciato, la verità è molto più semplice: l’offerta della Sampdoria era buona e il ragazzo aveva voglia di giocare, di fare altre esperienze”.
Icardi fa un po’ di gavetta nella Primavera blucerchiata prima di debuttare in prima squadra, in serie B, nel playoff contro la Juve Stabia: proprio una sua rete risulta decisiva per trascinare la Sampdoria in A. Il suo gol al Genoa nel derby, il primo in A, diventa leggendario e lo proietta oltre l’immaginabile. Cambia la sua storia, cambia la sua vita, emerge poco quando c’è Ferrara in panchina, poi l’esplosione con Delio Rossi: altre prodezze, i quattro gol al Pescara, il Barcellona che si mangia le mani. Icardi diventa l’oggetto proibito del mercato, l’Inter ha il gradimento del giocatore, il Napoli quello della Samp; s’è intrufolata anche la Juventus, maestra in operazioni di disturbo.
Maurito oggi guadagna 60mila euro l’anno, il rinnovo è questione di giorni, alla Samp hanno fatto un po’ di conti e deciso di far cassa a giugno. Abian Morano, il suo procuratore, fa sognare Napoli: “Quella della società azzurra è l’unica offerta ufficiale che ci è pervenuta. A giugno si può fare”.
Fonte: Il Mattino