Saranno in diecimila e sognano, intorno alle 22,30, di intonare la canzone, che da quasi 40 anni, è diventata l’inno della gioia per i tifosi azzurri: ’O surdato ’nnammurato. Che, simbolo del tifo azzurro, lo è diventato proprio qui all’Olimpico. E proprio contro la Lazio. 7 dicembre del 1975: un miracolo dell’inventiva napoletana, una spontanea orchestra che incantò l’Italia intera. La squadra azzurra allora abitualmente trascinava in trasferta migliaia di fedelissimi. La squadra era quella ruggente di Vinicio e quella domenica di dicembre c’erano più o meno trentamila napoletani.
Un gol firmato Gigi Boccolini decise la gara e fece schizzare il Napoli al primo posto. Fu alla fine di quella partita che, per un incantesimo del cuore, per qualcosa di stupendo e misterioso che nessuno aveva annunciato in precedenza, che all’Olimpico cominciarono a cantare «Oj vita, oj vita mia». E il giorno dopo non ci fu giornale italiano che non rimase travolto favorevolmente da quel coro intonato dai trentamila. Da quel giorno a Roma, contro la Lazio che due anni prima aveva vinto lo scudetto, ’O surdato ’nnammurato divenne l’inno della felicità dei tifosi azzurri: intonato dopo ogni vittoria.
Fonte: Il Mattino