Tatticismi e scelte obbligate, l’asso nella manica Insigne e quel centrocampo tecnico d’assalto

insigne_pandevNella moltitudine delle espressioni tattiche di questa squadra, si è spesso discusso il valore del centrocampo qualora ci fosse la perdita di un elemento importante, ad esempio uno tra Inler e Behrami, in uno scacchiere privo di elementi in grado di sostituire degnamente i due svizzeri sia sotto l’aspetto tecnico, ma anche considerando la presenza fisica che entrambi assicurano, chiudendo il cerchio con il senso della posizione che determina l’importanza che hanno per i movimenti chiesti da Mazzarri. E’ forse la prima volta che, trovatosi alle strette per l’infortunio di Behrami, Walter si è visto costretto a capovolgere i suoi principi in una serata che forse avrebbe richiesto un minimo di prudenza per non perdere la bussola, principalmente perché si era appena alla fine della prima frazione, in un momento del match che avrebbe messo a serio rischio le velleità azzurre qualora si fosse subito il raddoppio.

Hamsik arretrato a sostituire lo svizzero infortunato e Insigne in campo a garantire maggiore spinta. oltre che la freschezza atletica e le pungenti sortite sulla fascia sinistra che il piccolo genio di Frattamaggiore ha garantito dalla sua entrata in campo. Un colpo di genio, spinto dalla necessità, con un pizzico di imprudenza, ma con la giusta interpretazione data anche da una certa maturità acquisita negli ultimi tempi ha consentito alla squadra di usufruire delle geometrie di Marek sulla mediana, cosa scarsamente garantita durante tutta la prima frazione, oltretutto con lo slovacco è cresciuta anche la prestazione di Inler, che ha letteralmente trasformato una gara disastrosa in una brillante prestazione nel secondo tempo, probabilmente dovuta anche dal senso di responsabilità che Gokan ha sentito sulle sue spalle con l’assenza del compagno di reparto Valon. Ma la chiave del match è senza dubbio lui, Lorenzinho, che questa volta è saputo entrare in gara come gli si chiede spesso, col giusto piglio, senza nascondersi, con la voglia di incidere ed essere protagonista quando la gara lo richiede, in una serata che prima del suo ingresso era sembrata maledettamente bloccata, priva di idee e lontana da quelle prestazioni che gli azzurri ci avevano abituato.

Ed aumentano coloro i quali credono che, a questo punto della stagione, il dualismo con Pandev debba indurre Mazzarri a prendere atto che l’under 21 partenopeo abbia capovolto le gerarchie e che meriti la maglia da titolare, considerando anche che il macedone si trovi in un momento della stagione in cui sta avendo una leggera inflessione. Sia ben chiaro che la scelta di Insigne determinerebbe un gioco più dinamico, votato sulla velocità e sull’estro che il ragazzo possiede nel suo dna, a discapito forse di quel senso tattico che Goran ha nelle sue doti, giocando di sponda e creando gli spazi giusti che lo hanno proiettato tra le spalle migliori che il matador Cavani possa avere. Insomma, la scelta non è delle più facile, considerando anche che siamo ad un crocevia della stagione per cui un cambio del genere potrebbe essere determinante in qualsivoglia senso lo si veda, mettendo in ogni caso a rischio alcuni meccanismi che la squadra sembra aver assimilato, nonostante le amnesie dello scellerato primo tempo di ieri sera. Quel che è certo è che nel momento più importante dell’anno, Mazzarri ha a disposizione più di una carta per tentare il miracolo azzurro, potendo contare principalmente sull’asso nella manica fatto in casa, mettendo in evidenza quanto Insigne sia diventato fondamentale per le sorti della squadra, a pochi mesi dal suo avvento all’ombra del Vesuvio. Se non significa questo essere un predestinato… 

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