Per fortuna, l’intervallo ha restituito la giusta ossigenazione agli automatismi partenopei, privati anzitempo del granitico Behrami, ma ravvivati dal dinamismo del furetto di Frattamaggiore, vera chiave di volta di una ripresa in totale antitesi con quanto visto nella prima frazione (anche perché fare di peggio era impossibile). Un Napoli gagliardo, spregiudicato e volitivo, capace di mettere alle corde i laziali ormai alla canna del gas. Un Napoli che forse, in modo del tutto involontario, ha fatto proprio della momentanea schizofrenia la sua arma vincente, sollecitando Mazzarri nel proporre sperimentali manovre a trazione super-anteriore a discapito della retroguardia, apparsa in estrema difficoltà (De Sanctis su tutti) per tutta la durata dell’incontro. Un azzardo fruttuoso, che al triplice fischio ha accresciuto l’autostima del gruppo, in vista di un prosieguo di calendario, almeno sulla carta, decisamente più agevole, ed ha tenuto a debita distanza l’eventuale riproposizione della squadra diretta da Petkovic nella corsa allo scudetto. Tuttavia, certe flessioni inspiegabili non vanno assolutamente ripetute, altrimenti il 1° marzo si rischia di soccombere ancor prima di poter replicare.
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Articolo modificato 10 Feb 2013 - 01:31