Imparare e dimenticare. La Samp si avvicina

tifosinapoliCi hanno sempre detto che le esperienze ci fanno crescere, che vanno sempre issate sull’asta del ricordo affinché benefiche ci indirizzino oltre l’errore commesso. Non posso contestare simile saggezza antica, ma permettetemi di contestarne l’assolutezza.

Dagli errori si impara, certo, ma solo se si ha l’intelligenza di riconoscere quell’errore come nostro e non figlio imbastardito di un caso beffardo. Ma l’errore, se ricordato fino all’eccesso, può anche uccidere, sottrarre forze e sicurezze, generare un ibrido tremante di paura. Come il buon Nietzsche ebbe modo di scrivere “La saturazione di storia è pericolosa, chi guarda troppo a ciò che è accaduto non saprà trasformare il presente, ma da quel passato sarà schiacciato”.

Sono d’accordo con il filosofo tedesco. Bisogna imparare, ma subito dopo dimenticarsi della lezione per essere recettivi nei riguardi di un’altra lezione che la vita e il campo immancabilmente ci riserveranno.

Imparare e dimenticare cari tifosi, solo questa è la via maestra che conduce al palazzo della saggezza. Basta con i musi lunghi e le critiche feroci che a nulla servono se non a impaurire l’ambiente e a divelgere la serenità. Dimentichiamo giovedì, domenica c’è la Samp.

Non poteva esserci momento migliore per giocare questa partita. Dopo un crollo la voragine che si crea permette di gettare basi più profonde. Domenica solo sorrisi, perché decapitare quel sogno così faticosamente coltivato?

Carlo Lettera
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