Dentro o fuori, chi può dirlo: però c’è il tempo e poi c’è la voglia e poi ci sono i medicinali. Gioca o non gioca, è un enigma: ma la Sampdoria è sufficientemente distante, altre quarantotto ore, ma è chiaro che prim’ancora del medico, il bollettino può diramarlo Lorenzino Insigne, che ieri se n’è tornato a casa e che stamani spera di ripresentarsi a Castelvolturno.
Il febbrone da cavallo che l’ha spinto fuori dall’Europa League è in fase di smaltimento ma ora bisogna ritrovare le energie per potersi intrufolare in un match che pesa tanto e che richiederà la miglior condizione.
EN PLEIN A RISCHIO – Il match tra Napoli e Viktoria Plzen in tv, la Sampdoria più in salotto che allo stadio: però sono impressioni che possono essere smentite dai fatti e da un recupero lampo che a ventidue anni è probabile, anzi possibile. Insigne le ha giocate tutte in campionato – ventiquattro presenze su ventiquattro partite – e ne aveva giocato quattro su sei in Europa League, prima di fermarsi proprio alla vigilia della sfida con i ceki.
Insigne ci prova, ci conta, anche se ha percezione delle difficoltà e dei rischi da evitare, per non peggiorare la situazione e mettere eventualmente in pericolo anche il ritorno di giovedì prossimo contro il Viktoria Plzen.
L’AMAREZZA – Insigne ha “sognato” di esserci, le ha provate tutte, ha cercato di evitare l’assalto dell’influenza, ha pensato di averla battuta e si pure allenato nel pomeriggio di mercoledì, per la rifinitura, partencipando agli schemi. Ed era talmente convinto di esserci, ovviamente, ch’è andato in ritiro, dal quale è dovuto però poi andar via ieri mattina. Dovesse esserci, Insigne entrerebbe in un ballottaggio ormai sistematico con Pandev (ma il macedone è in vantaggio); dovesse invece dover rinunciare anche alla gara contro la Sampdoria, la prima sostituzione – offensiva – diventerebbe Calaiò, che Mazzarri ritiene tecnicamente l’alternativa a Cavani.