Si gioca l’ultima gara di un campionato che si ricorderĂ come ricco di soddisfazioni, sfumato solamente per una serie di coincidenze sfortunate, come la rottura della clavicola del funambolo Giordano, messo ko per buona parte del girone di ritorno, oppure i continui viaggi in Argentina di Diego per giocare con la sua nazionale, e le tante ore di fuso orario mai assorbite e rigettate in campo con partite a mezzo servizio. Il risultato finale sarĂ un terzo posto ed una qualificazione in UEFA che non farĂ dimenticare che gli azzurri hanno sfiorato l’impresa, chiudendo un girone d’andata al secondo posto, a sei punti dalla Juve, delineando alcune analogie con il campionato in corso.
La gara contro la Samp al San Paolo è una festa, come spesso capita quando si gioca l’ultima gara del campionato nello stadio amico,  con invasioni pacifiche e scambi di souvenir che oggi si vedono solamente sui campi non all’avanguardia delle serie minori; anche questo è progresso, anche se alle volte la sicurezza coincide con la perdita di gestualitĂ che un tempo segnavano i riti di una platea calcistica che oggi vive tutt’altre emozioni, in gran parte godute dall’alto della propria poltrona. Il match non ha storie, la prima frazione si chiude con la rete di Giordano, di rapina, sfruttando un’ingenuitĂ difensiva dei blucerchiati e chiudendo il raggiro al portiere con un tiro d’esterno destro che finisce la sua corsa sul palo opposto, un colpo d’alta classe. A cinque minuti dal termine, il raddoppio, Diego approfitta di una presa difettosa del portiere Bordon, prontamente riesce a riciclare la palla per Bagni, che sfodera un sinistro preciso e concreto. Nella ripresa arriverĂ il 3-0 di Celestini, con una discesa sulla sinistra illuminata dall’assist di un Giordano che evidenzia quanto sarebbe servita la sua classe nel momento clou della stagione, e chissĂ come sarebbe finita se l’infortunio non lo avesse messo fuori uso.
Col senno di poi non si arriva a nulla, la realtà è che il Napoli ha ben solide le radici di una squadra che puĂ² puntare allo scudetto, con uno staff dirigenziale che si rivelerĂ l’arma vincente (con il tris d’assi Allodi-Marino-Bianchi) ed una squadra costruita con criterio attorno al suo campione argentino. Che il successo abbia inizio.
Ecco il video della gara