L’atmosfera c’era. La temperatura sotto zero anche. La neve che cadeva morbida e leggera, rendeva tutto più verosimile. L’inizio sembra presagire la lieta fine…ma non è stato così. Il “miracolo di Natale” non c’è stato. E’ vero abbiamo sforato di un bel pò i tempi tecnici, ma tutto era così perfetto, almeno all’esterno. O solo all’esterno. Una bella cornice di un Napoli vuoto.
La prima mezz’ora, o circa, è stata quasi perfetta. Un Napoli dinamico, un Insigne ripreso completamente dalla toccatina influenzale, palloni che verticalizzavano e alcune occasioni da goal orchestrate bene, ma concluse con una steccata del solista di turno. Il Viktoria Plzen,nonostante le incursioni pericolose dei partenopei, minacciosi anche sui calci piazzati, rispondeva con un pressing alto e con doppie marcature sugli uomini più pericolosi. Anche lo stesso Calaiò, nella sua prima dal primo minuto in maglia azzurra, è stato vicino al goal più volte, facendosi trovare sempre nella giusta posizione, ma sbagliando, probabilmente, i tempi.
Questo però solo nella prima mezz’ora.
Dopocichè è una discesa cieca verso l’abisso. Il Viktoria si impone sul suo campo, e il Napoli non reagisce, non tenta nessuna reazione e soccombe. Il centrocampo si apre, la difesa si sfascia e De Sanctis sbaglia. Si lascia scivolare sotto il fianco il primo goal di Jan Kovařík, e il secondo, di Stanislav Tecl, preferisce guardarselo senza provare nemmeno a smanacciarlo. Inutile inserire Cavani e Inler, si creerà maggiore confusione a centrocampo e in attacco, concluendo niente e costruendo di meno.
E’ vero. Sarebbe stata impresa ardua ribaltare uno 0 a 3 rimediato all’andata.Ma almeno tutti i tifosi e l’interà Napoli si aspettavano una dignitosa prestazione.Che è stata tale sono nella prima metà del primo tempo.
In campo sono scesi semplici uomini. Non si è vista una squadra. Sono mancate le motivazioni. E’ mancata la voglia di provarci. E’ mancata la lucidità. E’ mancata la costruzione di gioco. Esigui sono stati i tiri verso la porta e altrettanto scarsi le palle che arrivavano in attacco. Lenti i movimenti, facili le marcature per quelli del Viktoria, e un’atteggiamento da perdenti dei partenopei.
Non è questo il modo di presentarsi contro l’Udinese e soprattutto contro la Juventus.
E’ prematuro parlare di crisi, anche se i sentori percepiti, lasciano presagire un calo mentale e fisico,la cui via di guarigione sembra tortuosa e ripida.
Ma da oggi si ricomincia. Si riparte meglio, si riparte con convinzione. Non ci sono più competizione extra che comportino un alto dispendio di energia. C’è solo il campionato e la rincorsa alla Juventus. Il Napoli deve alzare la testa e fare la voce grossa, perchè come fino a due settimane fà c’erano i presupposti per combattere fino alla fine, provando a conquistare il tricolore,oggi le stesse condizioni ci sono ancora. Uno scivolone ci può stare. Un calo fisiologico anche.
Ma la voglia di vincere, di credere e di sognare ci deve essere sempre…quella non deve calare mai.
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Alina De Stefano