Tre anni addietro, il Napoli supera il raggruppamento targato Liverpool. È la prima partecipazione alla fase finale di una competizione europea per la nuova gestione De Laurentiis. Il Napoli, acerbo e inesperto, incappa nella compagine Villareal di “Pepito” Rossi, squadra smaliziata quanto basta per avere ragione di un Napoli generoso ma ingenuo.
L’anno successivo, gli azzurri incantano l’Europa superando il girone di ferro, quello composto dagli spagnoli del Villareal che avevano eliminato gli uomini di Mazzarri nella stagione precedente (vendetta servita), la corazzata Bayern e il City dei petroldollari, marcato Aguero Balotelli. Il Napoli si piazza secondo con 11 punti e agli ottavi affronta il Chelsea. Dopo un’andata trionfale al San Paolo (3-1), i partenopei si perdono nella bolgia londinese. Ancora una volta, la colpa è dell’inesperienza. Resta comunque la soddisfazione di aver disputato un grande girone.
In questa stagione, il Napoli supera di misura e molto a stento, un girone di Europa League molto alla portata. Nonostante i favori del pronostico, il Napoli subisce un’umiliante eliminazione ad opera dei cechi del Viktoria Plzen. L’aggregate è di 5 a 0 per il Viktoria. Roba da far impallidire vecchi e nuovi tifosi. Inesperienza? Sfortuna? Nessuna scusa, per una squadra che insegue grandi traguardi.
Eppure, per il terzo anno consecutivo, il Napoli si scioglie davanti al doppio confronto, davanti allo scontro diretto andata e ritorno. Che si chiami Benefica, Villareal, Chelsea o Plzen, l’avversario si fa beffa di una squadra che pare vittima di uno stato di stordimento. L’ultima eliminazione è figlia di una scelta della società? È un Napoli che vuole concentrarsi solo sul campionato? Ma è da vincenti affidarsi alla selezione del traguardo? Il calcio e la sua storia hanno la risposta secca e incontestabile. No.
Lisbona, Villareal, Londra e Plzen. Quattro trasferte di ritorno sul doppio turno, quattro sconfitte e quattro eliminazioni. Tra queste, due rimonte subite. Quattro anni che in qualche modo si somigliano. È ancora tempo di appellarsi alla sfortuna o all’inesperienza? Il Napoli, purtroppo, sembra avere un brutto difetto. Perde sempre allo stesso modo, senza imparare dai propri errori. Che peccato, un anno fa, a quest’ora, il Napoli sognava i quarti di Champions League.
Sebastiano Di Paolo
Articolo modificato 22 Feb 2013 - 01:40