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Il Roma – Perdere sia Cavani che Mazzarri in un colpo solo sarebbe traumatico. Bisogna programmare ma non resettare tutto

Il tempo delle scelte si avvicina. Il campionato finirà anche a maggio ma De Laurentiis si dovrà anticipare per programmare il futuro del suo Napoli. Si è sempre detto che morto un Papa se ne fa un altro, ma per il club azzurro questo adagio non conta. Sì perché in questo caso i Papa sarebbero due visto che a fine stagione a dare l’addio a don Aurelio potrebbero essere Cavani e Mazzarri. Perdere il bomber e il tecnico in un solo colpo vorrebbe dire la fine di un ciclo importante che ha portato la squadra azzurra a determinati obiettivi. Si dovrebbe ripartire da zero e non sarebbe facile. Rispetto al Matador, la partenza dell’allenatore maremmano sarebbe più traumatica. Il sor Walter ha creato un gruppo compatto e conosce tutti i meccanismi dell’ambiente, sa gestire le pressioni mediatiche e del tifo e soprattutto in qualsiasi momento può plasmare un nuovo Cavani. Per non parlare, poi, del progetto tecnico. Volente o nolente ha un credo calcistico che ha portato i suoi frutti e non è un caso che quasi tutti l’hanno imitato. Quando schierava la difesa a tre veniva sistematicamente criticato poiché era l’unico che l’adottava. Nel corso del tempo, però, il trainer si è aggiornato e oggi, anche quando parte con il solito modulo, lo riesce a cambiare in corso d’opera facendo arretrare uno degli esterni a turno. «Se Mazzarri andrà via ce ne faremo una ragione», la frase di De Laurentiis di venerdì può sembrare inopportuna in un momento delicato come quello attuale. Ma può anche essere che il presidente l’abbia detta a posta per far decidere il prima possibile il suo allenatore. Sarebbe opportuno che i due si incontrassero a breve per capire se ci sono le premesse per poter continuare questo matrimonio. Non si può aspettare maggio e scoprire poi che Mazzarri a andrà via. A quel punto sarà difficile trovare il giusto sostituto. Chi eventualmente dovrà prendere il posto del tecnico dovrà avere lo stesso carattere altrimenti in una piazza come quella partenopea dura giusto tre settimane. I vari Sannino e Pioli avranno fatto anche bene con le altre squadre ma Napoli fa storia a se. Donadoni, infatti, è stato subito messo da parte da De Laurentiis. Eppure oggi l’ex milanista al Parma sta facendo buone cose. Inutile dire che il produttore cinematografico sarebbe pronto a vestire d’oro il suo nocchiere. Fino all’anno scorso era l’allenatore che guadagnava di più in Italia. Poi quando la Juventus ha portato lo stipendio di Conte a tre milioni è scalato in seconda posizione. Molto probabilmente non dipende tutto dall’aspetto economico. Chi conosce bene Mazzarri sa che dopo due anni cambia squadra perché ha bisogno di nuovo stimoli. Nel Napoli ha sforato visto che da settembre 2009 è ancora sulla panchina azzurra. Si dice che potrebbe andare all’Inter o alla Roma. Qualcuno ha “svelato” che avrebbe già incontrato i dirigenti della formazione capitolina. Altri sono convinti che prenderà il posto di Stramaccioni ad Appiano Gentile. Sono tutto supposizioni, l’unica certezza è che ad oggi ancora non si conosce il suo futuro. Anche sull’eventuale partenza di Cavani, De Laurentiis è stato chiaro: «Se mi convince sul fatto che la sua esperienza qui è finita ne parliamo», ha detto il patron. Come a dire, non costringerò nessuno a rimanere contro voglia. È giusto così. Costringere un calciatore a vestire per forza la maglia azzurra non sta nè in cielo e nè in terra. Lavezzi, per esempio, aveva finito il suo ciclo nel Napoli ed è stato giusto farlo andare via. Cavani, almeno per il momento, non ha mai evidenziato il suo disagio nel restare ancora. Anzi, ha sempre garantito di voler vincere per i tifosi e di non avere problemi con la pressione della piazza. Certo, se si dovesse presentare il Real Madrid con 63 milioni di euro, allora il discorso cambia. Ma fino ad allora è inutile parlarne.

Fonte: Salvatore Caiazza per “Il Roma”

Articolo modificato 24 Feb 2013 - 15:50

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Scritto da
redazione