Il Napoli non sa se sorridere per l’imbattibilità in campionato che dura dal 17 dicembre (Napoli-Bologna 2-3) o per il fatto che ha pareggiato le ultime 4 partite. «Ci sono punti e punti, quello con la Samp è il vero rimpianto: ce ne mancano ben sei di punti in classifica. Solo con la Lazio abbiamo raccolto più di quello che meritavamo. Però è un periodo poco fortunato, anche nell’episodio di Dzemaili è la prova che si tratta di un momento storto, la palla non vuole saperne di entrare come a Udine. Troppi punti che lasciamo in giro». Vuole assolutamente la vittoria ai punti: «È vero Vucinic ha sbagliato nel primo tempo, ma poi noi siamo stati superiori. Una supremazia nel gioco ma anche nelle conclusioni a rete». Inevitabile parlare di Cavani. «Bisogna lasciarlo stare e poi non mi sembra che siamo così dipendenti da lui: Inler ha fatto cinque gol, Maggio ne ha realizzati 4. Il nostro gioco è diverso da quello dei bianconeri, ed è costruito per esaltare le qualità e le doti di Hamsik e Cavani». Esalta Vidal e Pirlo e tutta la Juve: «Questa è una grande squadra, non dimentichiamolo mai». E poi si rituffa sui suoi. Non crede che possa divenire un problema la staffetta continua tra Pandev e Insigne. «Si rispettano, sanno quelli che sono i ruoli: nelle gare importanti mi affido all’esperienza di Pandev. Questo Lorenzo lo sa e non mi sembra che ne soffra tanto». Spiega la gara: «Con la difesa a quattro nella ripresa volevo sorprenderli per cercare di vincere la partita con Hamsik che è entrato molto più nel gioco: sono sicuro che sono contenti di tornare a Torino con un punto».
Ritrova l’ottimismo. «Si può fare anche un filotto di 4 o 5 partite consecutive perché giochiamo bene e creiamo tante occasioni e quasi sempre molto più degli altri. Dobbiamo insistere per arrivare il più alto possibile, io sono convinto che dobbiamo continuare a lottare fino alla fine sempre pensando a vincere più partite possibili e senza star lì a pensare al primo posto o alla Juventus che è davanti a noi». Non parla del mancato saluto che non c’è stato, così come ha raccontato lo stesso Conte («Non ci siamo neppure guardati in faccia»). Anche nella sala stampa viene fatto di tutto per non farli incrociare. Mazzarri scherza: «Perché è interessante il fatto? Non ho mai parlato di Conte, io a lui non l’ho mai visto. Ho fatto solo gesti ai miei giocatori, a Conte non mi sono mai rivolto». Sui complimenti di De Laurentiis: «Grazie, ma io decido alla fine dell’anno».
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 2 Mar 2013 - 08:18