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C’era una volta un cucciolo di leone, nato ad Olten, cittadina svizzera, poco distante da Zurigo, da due turchi, che gli trasmettono lo spirito da alacre armigero, mentre, dalla terra che gli ha dato i natali, eredita la chirurgica precisione.

A 5 anni inizia il suo cammino nel serpeggiante ed infimo mondo del calcio: entra a far parte della squadra locale, il Wangen bei Olten e nel 1998 passa al Football Club Soletta.

Nel 2002 viene acquistato dal Basilea, che lo aggrega alla propria squadra giovanile. L’allenatore del club, Christian Gross, tuttavia, non lo prende in considerazione per la prima squadra.

Fin da subito, il cucciolo di leone impara ad affinare gli artigli e a sfoderare tutta la sua prodigiosa grinta per imporsi ed, al contempo, apprende l’arte della meticolosa pazienza, forte e sicuro del fatto che, con il tempo, i sacrifici vengono sempre ripagati.

Il corpo di un vigoroso guerriero, la saggezza di un lungimirante maestro Zen, l’animo di un leone famelico.

Nell’estate del 2004 si presenta al club turco del Fenerbahçe, allora in ritiro nella vicina Germania, ma per volontà dell’allenatore dei gialloneri il contatto si risolve con un nulla di fatto.

Ritorna così in Svizzera, dove viene aggregato alla seconda squadra del Basilea in Prima Lega, ovvero la terza divisione elvetica, quindi nel gennaio del 2005 viene acquistato dall’Aarau, con la cui maglia il 20 marzo 2005 debutta nella massima serie svizzera e trova spazio con continuità.

Ecco che il prode leone, non più cucciolo, inizia a raccogliere i frutti dei sacrifici attuati con meticolosa abnegazione nel corso degli anni ed impugna il lecito riscatto ai “no” collezionati negli anni addietro.

All’inizio del 2006 passa allo Zurigo con cui vince due titoli nazionali ed entra a far parte della Nazionale maggiore elvetica.

Ma la sua consacrazione, nonché i ruggiti più irruenti, li partorisce oltre le Alpi, nella prolifera rosa dell’Udinese, società sempre abile e propensa a dare lustro e visibilità a giovani talenti.

In terra friulana, schierato come centrale di centrocampo davanti alla linea difensiva dall’allenatore Pasquale Marino, debutta nel campionato di Serie A nel 2007 e chiude quell’annata collezionando 37 presenze e 2 reti, esprimendosi con continuità ad ottimi livelli.

Nella stagione successiva, trova i suoi primi gol nelle competizioni europee firmando due reti in Coppa UEFA.

Nell’anno successivo, per il leone è tempo di sfoggiare tutta la sua indomita ferocia e metterla a servizio della squadra che, contro ogni aspettativa, si ritrova a lottare per non retrocedere.

Come sovente è accaduto nella vita del temerario leone, dopo i sacrifici praticati con umile parsimonia, arrivano le gratificazioni e le dovute e doverose ricompense.

Nel campionato 2010-2011, schierato come centrale nella mediana a 3 di Guidolin, vive una stagione da incorniciare, suggellata da gol e da prestazioni encomiabili.

L’Udinese chiude il Campionato conquistando il quarto posto con conseguente qualificazione ai preliminari di Champions League e l’impavido leone viene inserito nella squadra dei Miglior Undici del Campionato, stilata sulla base della media dei voti attribuiti dai quotidiani nazionali.

L’11 luglio 2011, viene chiamato a figurare in una nuova compagine.

Così, il leone approda all’ombra del Vesuvio e veste la maglia del Napoli, con la quale conosce, vive e battezza l’emozione della Champions League: Il suo nome viene inserito dall’UEFA nel miglior undici della prima giornata del torneo e, in quella circostanza, è l’unico giocatore di una squadra italiana a ricoprirsi di tale glorioso lustro.

Il 7 dicembre 2011 regala il suo primo portentoso ruggito intriso d’azzurro nella trasferta di Champions League contro il Villarreal, segnando il primo dei due gol che consentono ai partenopei di vincere la gara ed accedere, così, agli ottavi di finale.

Il leone ruggisce ancora, nella partita di ritorno degli ottavi di finale a Stamford Bridge contro il Chelsea, rete che, però, non serve ad evitare l’eliminazione del Napoli.

Il 20 maggio 2012 vince il suo primo trofeo italiano: insieme ai suoi compagni, nella notte più magica del Napoli dell’era De Laurentiis, innalza verso il cielo di Roma la Coppa Italia.

Le sue prestazioni, tuttavia, sono altalenanti, stentano a convincere critica e tifosi, complice una scacchiera tattica diversa con la quale socializzare e nell’ambito della quale affinare gli automatismi di gioco e i suoi ruggiti, in Campionato, tardano ad arrivare.

Ancora una volta, il mistero marchiato nel suo perverso destino, si ripete.

Il 17 novembre 2012, contro il Milan, dopo una pioggia di aspre polemiche imbattutasi su di lui, ci pensa il primo veemente ruggito con la maglia partenopea a zittire le aspre critiche.

Due settimane dopo, ruggisce per ben due volte, in faccia ad un mite Pescara. Due ruggiti, prodigiosi e letali.

Lo scorso gennaio, fa assaporare la brama del suo ruggito anche al Palermo.

E da lì in poi, Napoli ha una certezza: mai con nessun’altra maglia, il leone ha ruggito così tanto.

Eppure non basta.

Quella maldestra sorte che contraddistingue il cammino del leone, si ripete, si sussegue: dalle stelle alle stalle e viceversa.

Gioia e dolore, croce e delizia, critiche e ruggiti.

Nella notte delle notti, al cospetto di una Napoli che ha sfoggiato l’abito delle migliori occasioni, pur non inscenando una delle sue migliori prestazioni, il leone ha sfoderato l’ennesimo ruggito, ultimo solo in ordine cronologico, ma non d’importanza, questo è certo.

Perché è valso a rosicchiare un punto alla “Vecchia signora“, quella tanto odiata, quella contro la quale, il leone e i suoi compagni di squadra, dovranno confrontarsi e misurarsi, sempre, da qui, fino alla fine.

Questa è la storia di un leone di nome Gokhan, chiamato a stravolgere il beffardo incantesimo che contamina la sua storia e ridisegnare un finale diverso per la sua favola, più ricco di ruggiti e depauperato di bocciature.

Lui, leone vero, nell’animo e nella tempra, può riuscirci, decisamente.

FONTE: WIKIPEDIA

Luciana Esposito

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Articolo modificato 2 Mar 2013 - 21:26