Il piccolo grande guerriero Gianluca Grava oggi compie 36 anni, nato a Caserta ma ormai bandiera del Napoli da 8 stagioni ha collezionato 152 presenze condite da 2 reti. E’ il simbolo della rinascita del club, unico giocatore che tutt’ora può dire di aver giocato in tutte le categorie con la maglia azzurra, dalla serie C alla massima serie passando per l’Europa che conta. Il suo spirito guerriero reincarna il carattere di noi napoletani, ed è per questo che è visto come un idolo dai tifosi. Nei primi anni della sua carriera azzurra ha dato sul campo un contributo fondamentale al ritorno in serie A, quando è stato accantonato non si è mai lamentato, ha continuato ad allenarsi con lo stesso impegno e serietà che l’hanno sempre contraddistinto, sapendo che prima o poi sarebbe arrivata la sua occasione. Con l’arrivo di Mazzarri Gravatar ha vissuto una seconda giovinezza, diventato quasi titolare inamovibile sforna una serie di prestazioni al limite della perfezione, riuscendo a fermare attaccanti del calibro di Ronaldinho, Cassano, Totti. E’ il chiaro esempio di come i limiti tecnici possono essere superati con impegno, professionalità e giocando con il cuore.
A 34 anni raggiunge l’apice della sua carriera, ma il 15 gennaio 2011 una lesione al legamento crociato anteriore sembra stroncargli definitivamente la carriera. Qualche giorno dopo la società gli propone il rinnovo del contratto in scadenza, come segno di fiducia e invito a non mollare, e dopo quasi un anno dall’infortunio ritrova il campo di gioco. All’interno dello spogliatoio Grava è uno dei pilastri: sempre pronto a dare consigli, a facilitare l’inserimento dei nuovi arrivati, consolida e rafforza il gruppo con il suo carattere forte ma scherzoso allo stesso tempo, viene visto dai compagni come un esempio da seguire.
Vittima del calcioscommesse, ha sofferto per più di un mese per un qualcosa che in realtà non ha mai fatto. Anche in questo caso non si è scomposto ed ha saputo aspettare il suo momento: nonostante la squalifica ha continuato ad allenarsi come un qualsiasi calciatore pronto a scendere in campo, la domenica assisteva alle partite direttamente dalle Curva dimostrandosi per l’ennesima volta non solo tifoso, ma innamorato del suo Napoli. Quando tutto sembrava volgere al peggio, la giustizia ha ridato il sorriso al soldatino napoletano regalandogli addirittura la gioia di scendere in campo da titolare contro il Catania. Manco a dirlo Grava sforna un’altra prestazione super, riprendendo il suo posto sul centro-destra senza andare in affanno, visto ormai lo scarso impiego, dimostrando per l’ennesima volta la forza e la caparbietà di chi non molla mai.
E’ la storia di chi dai campetti di periferia si è tolto la soddisfazione di indossare la fascia da capitano della sua squadra del cuore, di chi ha alzato il 20 maggio 2012 la Coppa Italia senza nascondere le lacrime sapendo di essere andato oltre le proprie possibilità. Nel giorno del suo compleanno sembrava doveroso ricordare le gesta di questo piccolo uomo ma dal cuore immenso, diventato bandiera in uno sport dove ormai di bandiere non se ne vedono più.