A 34 anni raggiunge l’apice della sua carriera, ma il 15 gennaio 2011 una lesione al legamento crociato anteriore sembra stroncargli definitivamente la carriera. Qualche giorno dopo la società gli propone il rinnovo del contratto in scadenza, come segno di fiducia e invito a non mollare, e dopo quasi un anno dall’infortunio ritrova il campo di gioco. All’interno dello spogliatoio Grava è uno dei pilastri: sempre pronto a dare consigli, a facilitare l’inserimento dei nuovi arrivati, consolida e rafforza il gruppo con il suo carattere forte ma scherzoso allo stesso tempo, viene visto dai compagni come un esempio da seguire.
Vittima del calcioscommesse, ha sofferto per più di un mese per un qualcosa che in realtà non ha mai fatto. Anche in questo caso non si è scomposto ed ha saputo aspettare il suo momento: nonostante la squalifica ha continuato ad allenarsi come un qualsiasi calciatore pronto a scendere in campo, la domenica assisteva alle partite direttamente dalle Curva dimostrandosi per l’ennesima volta non solo tifoso, ma innamorato del suo Napoli. Quando tutto sembrava volgere al peggio, la giustizia ha ridato il sorriso al soldatino napoletano regalandogli addirittura la gioia di scendere in campo da titolare contro il Catania. Manco a dirlo Grava sforna un’altra prestazione super, riprendendo il suo posto sul centro-destra senza andare in affanno, visto ormai lo scarso impiego, dimostrando per l’ennesima volta la forza e la caparbietà di chi non molla mai.
E’ la storia di chi dai campetti di periferia si è tolto la soddisfazione di indossare la fascia da capitano della sua squadra del cuore, di chi ha alzato il 20 maggio 2012 la Coppa Italia senza nascondere le lacrime sapendo di essere andato oltre le proprie possibilità. Nel giorno del suo compleanno sembrava doveroso ricordare le gesta di questo piccolo uomo ma dal cuore immenso, diventato bandiera in uno sport dove ormai di bandiere non se ne vedono più.
Articolo modificato 7 Mar 2013 - 15:03