Il Milan si è sbarazzato del Genoa con un cinismo che dovrebbe far scuola, con la speranza che il team azzurro possa assorbire certi meccanismi da “grande” che ancora non gli appartengono. La vittoria, sconosciuta da troppe gare, aiuterebbe anche a rimediare le falle di un ambiente divenuto troppo inquinato da malumori all’interno dello spogliatoio, mugugni di qualche calciatore depresso perché messo in disparte dal gruppo dei titolari, qualcun’altro messo sotto pressione da tifosi che accentuano critiche eccessive, il gruppo “quelli fuori dal coro” che adorano sparare sul singolo per indirizzargli le cause degli ultimi insuccessi, senza dimenticare la croce messa sulle spalle di Cavani, colpevole di aver dimenticato come si fa gol, proprio lui che ne ha fatti centinaia con questa maglia, a pochi passi dai migliori di sempre. Signori, non scherziamo, c’è bisogno di un esame di coscienza generale, a partire dalla tifoseria, che necessita di acquisire il giusto equilibrio senza travisare la realtà, che dice che oggi il Napoli è una squadra competitiva, ma che ha bisogno di ulteriori puntellamenti per essere realmente al pari della Juve, troppo lontana anzitutto per mentalità, fattore sul quale Mazzarri dovrà ancora lavorare per orientare il gruppo dove tutti vorrebbero che fosse.
Contro il Chievo Verona, quindi, ennesima prova mentale, braccio di ferro tra necessità di vincere per scacciare via l’incubo Milan e consapevolezza dei propri mezzi, esorcizzando i fantasmi delle gare precedenti, richiamando a se le giornate passate in cui il Napoli sapeva vincere in ogni frangente. La giusta medicina si chiama vittoria, non servono prescrizioni mediche ne ricette speciali, basta chiedere a “Walter il mago“, specialista di una squadra che non può aver dimenticato la strada che porta alla vittoria. Tre punti per mettere pressione ai bianconeri, tre punti per disilludere i rossoneri. Abbasso gli alibi, viva la concretezza.
Articolo modificato 9 Mar 2013 - 13:01