Diciamocelo, ci manca. Quel pizzico di follia, quella capacità di prendere la squadra per la mano e portarla dall’altra parte del campo, dello stadio, del cielo. Quei dribbling a destra e sinistra, quella palla attaccata e portata fin troppo.
Diciamocelo, ci manca, oggi più che mai. Se a inizio stagione sembrava quasi un’arma in più non averlo tra noi, ora ecco salire a galla tutti i problemi di un attacco senza fantasia, o meglio senza la fantasia nell’interruttore della corrente. Nei periodi no ci pensava lui, quando c’era. Si trascinava la palla ai piedi e via, chi s’è visto s’è visto. Oggi non è più così, il Matador non può fare tutto da solo, e infatti non lo fa. Hamsik spesso corre male, e quando non girano quei due o tre a centrocampo e in attacco si sente ancora di più la sua assenza, di quello lì.
Diciamocelo, ci manca. Quel modo di camminare con la testa bassa, quella corsa quasi a ostacoli, con un passo che sembrava inciampasse ad ogni metro, quelle accelerazioni – e chi se le scorda quelle accelerazioni.
Diciamocelo, ci manca anche vederlo, respirarlo, applaudirlo, attaccarlo, sognarlo, toccarlo, inneggiarlo. E ora che è lontano, nelle nebbie parigine, fa male guardarlo con un’altra maglia addosso. Lo so, lo so che non serve a nulla quest’articolo e che avrete perso solo del tempo prezioso nel leggerlo; ma noi napoletani siamo così, nostalgici. E tremendamente ottimisti. Passerà. Dateci pochi giorni e passerà. Ma concedetecelo, almeno per oggi, con un sorriso amaro: “Ciao Pocho, ci manchi”.
Raffaele Nappi
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Articolo modificato 11 Mar 2013 - 18:54