A te che sei apparso in una sera di luglio
un breve lasso di tempo, brandelli del tuo talento.
Mentre un figlio di Partenope feriva il nostro orgoglio
un segnale, poi un altro: già chiaro il tuo intento.
A te che hai illuminato la primavera azzurra
Champions da protagonista, nottate insonni;
quel 20 maggio brividi e lacrime sussurra
grappoli di reti appesi all’albero dei sogni.
A te e il tuo apparecchio per i denti di cui andavi fiero
dal primo giorno silente, schivo e distaccato;
L’Atleta di Cristo mandato dal cielo
anche lui tifoso azzurro, l’ha dimostrato.
A te stella cadente dopo una giornata burrascosa
Mai fuori dagli schemi, non si accendano i riflettori
hai saputo farti amare da una città ribelle e chiassosa
nè ricompense, nè rispetto per i suoi timidi bagliori.
A te tra triplette, tabù divelti e tanti guizzi
ma i gol da cornice li hai realizzati in amore
Bautista e Lucas due piccoli scugnizzi
Napoli ti ha reso uomo, è scolpita nel tuo cuore.
A te che sei, semplicemente sei Edinson Cavani
il nostro condottiero, un raggio di sole tra le mani.
A te che forse sei già promesso ad un’altra.
Una notte ancora. Non bussare, entra!
A te imbronciato, rattrappito e privo di vigore
con le mani sui fianchi dopo quel calcio di rigore
uno stadio intero vuole urlare ancora il tuo nome
A te, con un sospiro: “Su la testa, Campione!”
Ivan De Vita
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