Mercoledì 13 marzo, ore 19.12: Habemus Papam.
Già, la settimana che volge al termine è destinata ad essere tramandata ai posteri come quella in cui la Chiesa ritrova e proclama il suo massimo esponente e lo identifica in Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires.
Così, per la prima volta nella sua storia, la Chiesa protrae lo sguardo oltre i confini europei ed apre le braccia ad un Pontefice sudamericano.
Mercoledì 13 marzo, ore 20.45: gli azzurrini della Primavera sono di scena allo Juventus Stadium per disputare la partita di andata della finale di Coppa Italia.
A poche ore di distanza, sacro e profano si intrecciano.
Chi è perspicace ed è munito dell’acume necessario per leggere ed interpretare i disegni oscuri di Dio o di chi ne fa le veci, riesce abilmente a rilevare che due fedi, diametralmente opposte, eppur tutt’altro che dissimili tra loro, poiché entrambe condite ed animate da passione, dedizione, sacrificio ed amore incondizionato, nell’arco di poche ore, si sono avvicendate, delineando due percorsi nettamente divergenti.
Infatti, mentre la Chiesa apre le porte al Sud America, scegliendo un uomo nelle cui vene scorre sangue argentino, – esattamente come quello che irrorava muscoli ed estro del più grande di tutti i tempi che ha vestito ed onorato la maglia azzurra – al contempo, la presenza in campo di giovani, talentuosi e promettentissimi napoletani di Napoli, capaci di rendersi autori, da comprovato tempo, di prestazioni esaltanti e più che valevoli, sancisce che le soluzioni ai problemi del “Napoli dei grandi” non vanno ricercate oltreoceano, né oltralpe, poiché, all’interno delle mura domestiche, il vivaio azzurro annovera prodigiosi e ghiottissimi prodotti “fatti in casa” che in un futuro – si spera – prossimo, ben possono figurare in prima squadra.
17 marzo, ore 17.00: Habemus Napoli!
Gli azzurri ritornano a vincere, battendo l’Atalanta, inchiodando il risultato finale sul 3-2 e ritrovando i suoi tenori: Hamsik in grande spolvero, illumina la squadra con giocate pregevoli, degne dell’acume tattico che contraddistingue la classe dello slovacco, Cavani ritorna ad essere “il Matador”, segnando una doppietta e zittendo chiacchiere e pettegolezzi ed anche Pandev, a digiuno da 5 mesi, ritrova il gol.
Nel complesso, l’intera squadra ha disputato una prestazione più convincente, rispetto alle antecedenti, sviscerando maggiore cattiveria e brama di vittoria.
I segnali di ripresa, mostrati oggi dagli uomini di Mazzarri, sono rassicuranti, poiché era fondamentale riabbracciare i tre punti per mantenere viva “la voglia di Champions” e distanziare i diavoli rossoneri che non appaiono intenzionati a mollare la presa.
Anche se i due gol incassati meritano di diventare oggetto di riflessione per la difesa partenopea.
In effetti, come avviene ormai da tempo, anche oggi, nonostante le vittoria che rattoppa i malumori e tampona le lacune che a sprazzi la squadra ha palesato, sono emerse prestazioni giù di tono da parte di alcuni “senatori” del Napoli, che da tante, troppe partite, stentano a convincere.
Quest’ultimo, appare un segnale ineccepibile che sentenzia che, per alcune delle “vecchie leve” si appesta a giungere l’ “autunno”.
E fa specie che ciò accada sotto gli occhi vigili, appassionati e sognatori della rosa della “Primavera” del Napoli, presente oggi in tribuna per assistere alla gara.
In virtù della straordinaria annata della quale si stanno rendendo protagonisti, appare abbastanza evidente che sia radicato in Insigne junior, Tutino, Fornito e company il germoglio dal quale il Napoli può risorgere e ritrovare nuova linfa, in un futuro più o meno prossimo.
E’ nella Primavera del Napoli la Primavera di Napoli?
Beh,più consono ed opportuno risulterebbe lasciare spazio a fiori acerbi che si apprestano a sbocciare piuttosto che dare credito e lustro a chi, ormai, è alla frutta.
Luciana Esposito
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