Troppe gare incostanti, all’ombra del giocatore dalle spiccate doti geometriche oltre che atletiche, in grado di innescare la marcia e mettere l’uomo davanti al portiere, senza dimenticare l’interdizione, altro tassello primario nel bagaglio di Gokan, almeno fino a qualche mese fa. Distrazioni fatali in campo, passaggi elementari errati, idiosincrasia nell’appoggio della manovra rapida, quella in grado di capovolgere il gioco e divenire letale in fase realizzativa. E questo che ha convinto Mazzarri a dare un pit stop allo svizzero, un po’ per scuoterlo, un po’ per dargli la possibilità di rifiatare, soprattutto per farlo riflettere e consentirgli di fare tesoro degli errori commessi fino ad ora. Con la speranza che una scossa sia in grado di scuotere l’arcigno centrale di centrocampo ex Udinese, Dzemaili ne farà le veci, con qualche dubbio per ciò che riguarda la costruzione di manovra, qualche certezza in più invece sotto l’aspetto dell’agonismo, anche se Blerim fino ad oggi non ha trasmesso un messaggio confortante quando si è trattato di subentrare ad un compagno di squadra, o dalla panchina, a gara in corso, oppure dal primo minuto.
Oggi affronterà l’ennesimo esame di maturità, cercando innanzitutto di allontanare le voci sui presunti mugugni quando Mazzarri lo ha tenuto troppo tempo in naftalina, preferendo spesso di proseguire con gli stessi protagonisti (Inler e Behrami ndr) anche quando un’alternanza avrebbe dato almeno qualche attenuante per cercare di dimostrare la propria imprescindibilità. Nel gioco delle coppie, oggi Inler sarà il guerriero silenzioso, il leone in gabbia, il gladiatore che ha bisogno di affilare la spada in attesa di momenti migliori. Spazio a Dzemaili, che sia la giusta iniezione per un Napoli da qualche mese “al Valium“.
Articolo modificato 17 Mar 2013 - 11:22