Proprio ora non ci voleva. La sosta di campionato, spesso invocata e desiderata a causa dei tanti impegni, ora arriva come tra incudine e martello. A Mazzarri non piace l´idea di dover staccare la spina nel momento in cui le due settimane di lavoro senza impegni settimanali hanno finalmente portato dei frutti. La vittoria sull´Atalanta è stata portata a casa anche grazie a una ritrovata brillantezza fisica, che non si vedeva da parecchio tempo. Tutto merito del lavoro organizzato nei quindici giorni in cui non ci sono stati impegni infrasettimanali: anche se non ufficializzato, probabilmente c´è stato anche un richiamo di preparazione studiato appositamente per queste ultime giornate di campionato. La prima è andata bene, ora ne restano altre nove e Mazzarri non avrebbe voluto spezzare il ritmo e interrompere il lavoro.
SOSTA GUASTAFESTE. A seccare l´allenatore azzurro non è tanto la sosta, quanto il fatto che ben 13 nazionali (quasi tutti titolari) sono con le rispettive nazionali e rimarranno fuori tra i sette e i dieci giorni. Un´eternità considerando i tempi tecnici, non solo per gli allenamenti che saltano, ma anche per le due partite da giocare (quasi per tutti i convocati) con ovvi rischi di infortuni e problemi fisici.
IL RICHIAMO ATLETICO. Se fosse per Mazzarri osserverebbe gli allenamenti ogni giorno ed a ogni ora, anche solo per verificare come lavorano i suoi calciatori. Ecco perché il “black out” non lo fa di certo contento. In attesa che tornino tutti i suoi giocatori lavorerà di più sui giocatori che hanno trovato fin´ora meno spazio e che sono rimasti a Castelvolturno: in questo modo possono crearsi le premesse per vedere qualche nuova soluzione tattica e dare forze fresche a qualche giocatore che non è al top.
AMAREZZA COPPE. La pausa sembra più un impiccio che altro perché il Napoli, ormai, non ha più le coppe: fuori dalla Coppa Italia (al primo turno col Bologna lo scorso dicembre) e dall´Europa League (a febbraio ad opera del Viktoria Plzen, poi eliminata a sua volta negli ottavi) hanno ridato finalmente tempo a Mazzarri. Quel tempo che l´allenatore ritiene indispensabile per poter preparare al meglio le gare e lavorare coi suoi giocatori in modo da studiarne nel dettaglio propensioni e condizione fisica e mentale. «Quando i miei giocatori tornano tardi dalle nazionali non ho tempo di fare niente, posso capire come stanno soltanto parlandoci», è ciò che l´allenatore dice sempre. Gli toccherà farlo anche stavolta, perché i sudamericani, ad esempio rientreranno a Castelvolturno soltanto il 28 marzo.
DITA INCROCIATE. Quindi dita incrociate e pazienza: questa la ricetta per uscire indenni dalla settimana di sosta. Ovviamente guai a far pesare gli impegni delle nazionali ai sudamericani. Per cultura sportiva e sociale questi tengono moltissimo alle partite con le rappresentative dei loro paesi, e di certo non le vivono come un peso. Mazzarri questo lo sa bene e può soltanto armarsi di pazienza e speranza che non arrivino problemi fisici. La “famosa” settimana tipo, quella che il tecnico toscano potrà adottare soltanto con chi non è in giro per il mondo prevede lunedì riposo, martedì seduta pomeridiana, riunione e lavoro di scarico. Mercoledì (prima c´era la doppia seduta con parte atletica), ora soltanto seduta tattica pomeridiana. Giovedì seduta pomeridiana, partitella. Venerdì sala video, seduta tattica pomeridiana. sabato rifinitura, lavoro su palle inattive. In questa settimana i giorni di sosta sono stati due, ma già dalla prossima si tornerà ai ritmi normali, aspettando che i tre “eroi” rientrino sani e salvi: ci sono nove “finali” da giocare.
Fonte: Il Roma