La chance è pari alla responsabilità che rivestirà il suo ritorno tra i pali: grande, grandissima. Antonio Rosati, rimpiazzando a Torino l’infortunato De Sanctis, avrà l’opportunità di dimostrare il suo valore e cancellare così il recente passato. In una sfida così delicata, il portiere è chiamato a recitare da protagonista. Ed gli incoraggiamenti dei compagni, nonché dello staff tecnico non mancheranno. Per lui in particolare, l’Europa League si è rivelata un incubo da cui non è stato facile uscirne. In sei partite aveva dovuto chinarsi ben dodici volte. E nelle ultime due sfide era scivolato di nuovo panchina anche se poi il risultato finale non è mutato, altri due k.o. ed eliminazione dalla competizione europea. Sfiducia, mancanza di autostima, avvilimento. Rosati, però, ha pagato più di tutti il turn over effettuato da Mazzarri, specie i cambiamenti in difesa e a centrocampo. Non è stata tutta colpa sua l’eliminazione dall’Europa League. E per gli addetti ai lavori resta ancora un mistero il suo mancato inserimento nel Napoli. “Come mai non è riuscito a mostrare le proprie qualità a Napoli?” , si sono chiesti in tanti.
Chi ha avuto modo di seguire l’estremo difensore di Palombara Sabina, ne ricorda le prestazioni esaltanti nelle fila del Lecce. E chi lo ha conosciuto, ancora oggi ne rimarca le qualità fisiche. Alto 1.95, buona agilità di gambe, Rosati era corteggiato da più di un club prima che il Napoli presentasse l’offerta più allettante: due milioni e novecentomila euro con la promessa che un giorno avrebbe preso il posto di De Sanctis. A Lecce, dove venne lanciato in A da Zeman nel 2005, aveva vinto due scudetti ed una Coppa Italia Primavera. Era riuscito a conquistarsi un posto in prima squadra con De Canio. E si era avvalso dei consigli di Franco Paleari, allenatore dei portieri per maturare. Eppure in maglia azzurra, dove lo staff sanitario gli ha anche risolto un problema posturale, due volte soltanto ha avuto la possibilità di far vedere quanto vale: nel trofeo Citta di Maiorca vinto dal Napoli grazie agli interventi proprio di Rosati ed in campionato a Firenze quando dovette rimpiazzare De Sanctis e gli azzurri vinsero per tre a zero.
Poi, l’interminabile panchina, le tante partite vissute a guardare il Napoli da bordo campo, hanno contribuito ad arrugginirne i riflessi, a renderlo un portiere fragile e vulnerabile, ad esporlo a magre figure in ambito europeo. Nonostante tutto, al mercato di gennaio c’era chi l’avrebbe rilevato senza problemi ben conoscendone le qualità tecniche. Lo cercavano a Firenze ma anche altrove. Ma il Napoli non se l’è sentita di cederlo in prestito.
Ed ora a Torino, il corazziere Palombara Sabina, torna tra i pali con la voglia di chi è a caccia di un riscatto personale ma anche con la serenità di chi sa di agire alle spalle di una difesa sicuramente più collaudata ed esperta. Non è la prima volta che affronta il Toro. Gli era capitato già due volte nel campionato 2009-2010: due a due all’andata, vittoria per due a uno allo stadio del Mare. Manca il terzo risultato positivo al cospetto dei granata, quello più importante per il Napoli e decisivo per lui. Il destino (l’infortunio di De Sanctis) offre la possibilità a Rosati di dimostrare il suo valore e magari cancellare in un colpo solo quell’infausta Europa League.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 29 Mar 2013 - 10:58