Negli ultimi giorni hai fatto una scorpacciata di partite, gol, dati, classifiche, statistiche, quote, pronostici.
Tutto in questa settimana ha ruotato, come sempre negli ultimi anni, intorno a quel pallone che rimbalza in tutti i campi della tua vita, perché ti piace così e non potresti farne a meno.
La tua passione è diventata il tuo lavoro, chi l’avrebbe mai detto? Per fortuna, aggiungerei.
Ma oggi non ne hai più voglia. Dopo Nazionali, serie B, conferenze, accrediti, articoli letti e riletti, seconda e terza divisione inglesi, derby d’Italia, gufate, Liga, campionati polacchi, basta, non ne puoi più, sei allo stremo.
Tutto davanti a quel pc, assieme a quello strumento inseparabile per tutto quello che fai e sei.
Alle 20.43 decidi di spegnere anche lui, pensi che al massimo puoi rifugiarti sul cellulare. Tanto il campionato è chiuso, il Milan ha vinto e stasera c’è seriamente il rischio di intossicarti Pasqua. La tentazione di andare a letto senza neanche interessarti del risultato è forte: sarebbe la prima volta della tua vita ma la voglia di dare uno strappo è tanta, troppa. Sarebbe l’occasione ideale ma…
Ma accendi la tv, la palla è al centro e le formazioni le sai già a memoria. Non c’è neanche il Matador, quasi a rafforzare la tesi che se non riposi stasera anche tu non lo farai mai più.
Dai fiducia alla partita ma non troppo. Il primo tempo è interessante ma quando finisce vai in cucina a cenare qualcosa senza troppa fretta, lasciando la tv accesa nel salone. A un certo punto senti gridare. La telecronaca di Pierluigi Pardo è troppo uno spettacolo per rinunciarvi.
E così torni, decisamente torni. E gridi come fai raramente, ti agiti oltre le righe, vivi delle emozioni che come al solito non trovano nome, ti manca il respiro, provi a stemperare la tensione ma la partita non ti lascia tregua. Quelli a cui avresti voluto rinunciare diventano i 90 minuti più belli della tua settimana e forse, in alcuni frangenti, si avvicinano alla classifica di quelli di sempre.
Così ti trovi a scrivere ancora di calcio, alle 23.32, e ne hai ancora tanta voglia, nonostante l’orario, nonostante le decine di promesse fatte a tua figlia di giocare più tempo con lei e puntualmente infrante, nonostante lo schermo dell’iphone sia troppo piccolo per raccontare le proprie emozioni e la batteria troppo scarica per continuare ancora.
Ti rendi conto che quello sei tu, e non c’è modo di cambiare e in effetti non ne vale neanche la pena perchè sei fortunato, diciamocelo.
Allora mettiti l’animo in pace e rilassati, gli altri capiranno come sempre fanno, la prossima partita non è poi troppo lontana…
Articolo modificato 31 Mar 2013 - 12:22