La rima leggerezza-stanchezza era già lì bella che servita, da includere nel vortice di malelingue affettive e professionali sorte durante l’ultimo periodo. Il varco temporale dell’imprevedibilità continuava ad espandersi, costringendo gli interpreti azzurri a percorrere con passo incerto la sottile linea del dentro o fuori. Ecco, è stato quello il frangente in cui è cambiato tutto, in cui Cavani ha teso un’altra mano (stavolta benevola) con lo scopo di dare un esito concreto alla ritrovata determinazione del gruppo Mazzarri. Squarci fragorosi in grado di mandare in tilt la dimensione della beffa, figli del ben noto repertorio di un atleta unico insediatosi, grazie all’ennesimo record, nei libri della storia del calcio.
Il vero scontento della serata, forse, è stato Careca, superato dall’uruguaiano nella classifica dei marcatori del Napoli di tutti i tempi grazie ai novantasette centri messi a segno in appena tre anni. Roba da far tremare i polsi, ma comprensibile quando si parla di campioni trasversali, punti di riferimento per la vena morale del collettivo. Non a caso, tutti, ma proprio tutti, hanno sbandierato all’unisono, ai microfoni delle varie emittenti televisive e radiofoniche, la riaffermazione della carica agonistica dei periodi migliori. Con una maggiore concentrazione, quindi, questi presupposti sono destinati ad avere la realizzazione finale che in molti auspicano, accompagnandola, magari, ad un altro obiettivo personale del Matador. Altafini, Vojak, Sallustro e Maradona sono avvisati. Sì, anche Lui.
Giorgio Longobardi
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Articolo modificato 31 Mar 2013 - 16:12