Gokhan Inler, un leone in gabbia

Inler

Quasi due anni sono passati dalla celeberrima presentazione di Gokhan Inler a bordo di una nave MSC. Una maschera da leone e i migliori auspici per una trattativa finalmente andata in porto dopo cotanto corteggiamento, questo il suo biglietto da visita di allora. Ma ora, 1° aprile 2013, i sorrisi dello svizzero e l’approvazione della piazza sembrano un lontano ricordo. I 3 gol di Dzemaili, le prestazioni sempre ad alto livello di Behrami, e non ultime alcune sue prestazioni molto al di sotto delle aspettative, stanno spingendo il numero 88 verso la panchina con continuità. Non si può bollare come ordinario il fatto che un acquisto da 18 milioni finisca in panchina semplicemente per motivi tecnici. Eppure la prima metà di stagione aveva fatto pensare che finalmente lo svizzero fosse definitivamente entrato negli schemi di Mazzarri, condendo anche alcune buone prestazioni con gol pregevoli (vedasi i due al Pescara, quello pesante al Milan e quello eccezionale al Palermo).

Poi il calo, coinciso con quello della squadra, ad inizio febbraio, un calo netto ed evidente a tutti, e la panchina. I motivi sono sempre difficili da individuare quando si guarda dall’esterno, ma l’impressione è che il suo sia prima un problema psicologico. Probabilmente il peso (non leggero ad essere onesti) di essere il perno della squadra, colui dal quale dipende buona parte del gioco del Napoli, lo condiziona negativamente. Ma di certo questo Gokhan lo sapeva, in lui la piazza vide due anni fa il tanto agognato regista. A suffragio di questa ipotesi basta andare a scorrere il film della partita Napoli-Juve di un mese esatto fa: prima ci fu una prima mezz’ora di buio, poi il gol, al quale seguì un quarto d’ora di grande lucidità e qualità, sull’onda dell’esaltazione, per poi tornare nella ripresa il fantasma che era stato nella prima mezz’ora. Qualsiasi sia il motivo, una squadra di alta classifica non può permettersi un regista che va a giornate alterne.

Milan, Juve, Fiorentina e Lazio in questo sono più coperte del Napoli: tutte hanno un regista che garantisce un rendimento costante, quello necessario ai compagni per poter rendere sempre al meglio. Mazzarri ha capito questo, e in questo momento sta preferendo la continuità di Behrami e la forma di Dzemaili (a dir la verità, anche lui giocatore che va a fasi alterne durante la stagione, ma che ora è in forma appunto). A questo punto tutto dipenderà da come andranno queste restanti 8 partite. Un investimento così pesante non può finire semplicemente in panchina. Due sono le soluzioni: o si rivaluta, o si vende. Quest’ultima ipotesi infatti non è da scartare, visti anche i tanti nomi che si stanno facendo per il centrocampo del Napoli per l’anno prossimo: Nainggolan, Obiang, magari anche l’innesto di Radosevic (come auspicato da De Laurentiis). Insomma, che si dia una mossa.

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