E mo’ ci vuole però. Al diavolo tutte le assenze importanti. Al diavolo le ore insonni e il jet lag per le scorrazzate intercontinentali con tanto di “nuovo domicilio” fissato sugli aerei. Al Diavolo (inteso come destinatario) pure un chiaro segnale ed un importante messaggio. Il Napoli è quanto mai vivo e vegeto: quella che ha matato il Toro era una vera e propria squadra con i controfiocchi, capace di giocare con i piedi e (soprattutto) la testa, dall’inizio alla fine. Ribaltando un risultato che forse, in qualche occasione precedente, si sarebbe fermato sul segno negativo (per gli azzurri). Al dunque (cioè nei 10 minuti finali) emergendo largamente su di un Toro mai arrendevole. “Gran Torino” per gli azzurri, perciò. Eppure ne mancavano due, e mica di poco conto. Il Pirata e (appunto) il Toro, accordi imprescindibili per la Mazzarri-band, baluardi a tratti insormontabili, muraglie invalicabili per stagioni intere.
MI MANCHI – Due pretoriani, due intoccabili, di quelli che non vorresti lasciare mai fuori o sostituire, poiché sono garanzia di esperienza e solidità di reparto, di performance assicurata insomma. E allora, ci sono mancati? A guardar bene tra i risvolti di un match intriso d’adrenalina e suspense, anche tralasciando per un attimo il risultato finale, verrebbe da dire che stavolta chi li ha sostituiti (Rosati e Gamberini), ha fatto un lavoro più che onesto. Può darsi che con i due titolarissimi il Napoli si sarebbe cavato prima d’impaccio ma, si sa, anche le valutazioni “a posteriori” possono prendere le più disparate direzioni. Stavolta perciò è filato tutto abbastanza liscio ma, se la cosa dovesse ripetersi, il risultato sarebbe lo stesso? Difficile dirlo ed inutile star qui ad elucubrare, visto che Morgan e Hugo sono sulla (più che) buona strada di un recupero che non dovrebbe essere messo in discussione. Entrambi presenti alla seduta pomeridiana di ieri in quel di Castel Volturno, con il portiere a svolgere il consueto lavoro e il difensore a far corsa e terapie per riacquisire il giusto tono. Due problemi di tipologia completamente dissimile quelli che li hanno costretti a saltare il match dell’Olimpico di Torino del Sabato Santo. Entrambi scaturiti da quei rendez-vous in nazionale finiti nell’occhio del ciclone, con i presidenti (coinvolti) parecchio infastiditi. Su tutti De Laurentiis. Con la richiesta (tutt’altro che peregrina) di posticipare gli impegni di campionato.
DE SANCTIS – E’ uscito per sua volontà dalla porta principale della Nazionale (“largo ai giovani, io mi concentrerò solo sul Napoli”) ma l’addio non è stato indolore, sia dal punto di vista sentimentale che fisico. Sì, anche fisico, poiché il Pirata di Guardiagrele aveva accusato un problema al gomito durante gli ultimi allenamenti con la maglia azzurra ormai dismessa. Un recupero che, se dovesse essere perfezionato in questi giorni, sarebbe anche e naturalmente un valore aggiunto per una squadra ormai costretta guardarsi le spalle per il resto del campionato. E sì che le prossime due saranno vitali, con quel Genoa a caccia di punti atteso a Fuorigrotta e poi la trasferta dal Diavolo. Intanto, rientrando alla prossima, Morgan potrebbe arrivare (sino al termine) a quota 37 come nella scorsa stagione.
CAMPAGNARO – Maledetta altura, quella della Bolivia (3600 mt), dove l’Argentina ha giocato la seconda partita di qualificazione ai Mondiali 2014. Per Hugo Campagnaro una vera e propria “Via Crucis”, e non solo per lui. Debiti ingenti di ossigeno durante il match, conditi da transvolate interminabili, hanno innescato piccoli ma esiziali disturbi di affaticamento, costringendolo all’obbligatorio stop dell’ultima. Deleteri anche per un fisico bestiale come il suo. Una disdetta capitata in un momento di forma eccellente, come decretato dal campo a più riprese. Ma per domenica sera dovrebbe essere di nuovo in tiro e regolarmente ai blocchi (quello di destra, con Gamberini riportato a sinistra). Hugo dalle 25 presenze e 2142’ in campionato, s’è persa la mattanza del Toro ma ambirebbe a spennare il Grifone. Anche perché all’andata non gli fu consentito: uscì all’inizio della ripresa per far posto a Mesto (poi a bersaglio) quando gli azzurri erano ancora sotto di un gol.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 3 Apr 2013 - 09:33