E magari una stretta di mano ci salverà, sull’altare pagano del pallone. Quella tra Daniele Portanova anni 34, devoto di Padre Pio, professione difensore. Ed Edinson Cavani 26 primavere, el Matador, atleta evangelico col vizio del gol. “Napoli, terra di San Gennaro, ehm” inizia così il mastino genoano. Faccia da duro, cuore che si taglia con un grissino. “L’ultima volta che l’ho affrontato vestivo un’altra maglia, sempre rossoblù, del Bologna. Chissà che non dica qualcosa, tra corsi e ricorsi. Sarà dura. Fece gol ma segnai anch’io e fu il gol più importante della serata, firmai la vittoria al San Paolo. Sono passati pochi mesi. Sinceramente non so dire se la fede possa incidere sul rendimento e gli aspetti lavorativi. L’incontro con la Chiesa a me regala pace interiore, pregare mi fa sentire libero mentalmente, non so lui. E’ un giocatore imprevedibile, un iradiddio quando attacca la profondità, svariando su tutto il fronte. Cavani e Balotelli sono gli attaccanti più forti in circolazione alla domenica”. In un vortice di pensieri, Daniele sente aria di derby. In famiglia. “Mia moglie Antonia, un angelo, è di Arzano e a Napoli è di casa. Napoli è una città attraente e difficile, divertente e ospitale. Castel dell’Ovo, Mergellina e Arzano, perché se non lo nomino mia moglie mi fa a fette, sono i posti che associo ai miei viaggi a Napoli. Il gemellaggio tra la tifoseria genoana e quella napoletana? Mi sa di qualcosa di naturale e di giusto. Sono due realtà simili per il modo in cui vivono il calcio e la passione che esprimono per le squadre”.
FONTE genoacfc.it
Articolo modificato 5 Apr 2013 - 16:09