Occhi limpidi come fondali di Ischia, Juraj Kucka non arriva al 45 di piede del connazionale. “Ci manca poco. Qualche volta ci sentiamo, non spesso”. Sono pacche e sorrisi nei ritiri in nazionale, quando Hipp e Griga, i due tecnici, li chiamano a raccolta. “Giochiamo con il 4-2-3-1. Io nella linea a due, lui in quella davanti. Musica? Boh”. Di Banska Bistrica uno, di Bojnice l’altro. “Novanta chilometri di distanza. Veniamo da famiglie di sportivi, un destino scritto il nostro. A me piace l’hockey, il basket, il football americano, Marek, se non sbaglio, è un patito di tennis. Anche al Chievo, al Pescara giocano calciatori del nostro paese. Il calcio slovacco, non grande per dimensioni, è in salute. Cosa darei per fargli uno scherzetto domenica. Il Napoli è forte, il Genoa ha fame”.
Tipi tranquilli, campo e casa. “Vita familiare e bei momenti con i figli, quando si stacca. La mia compagna mi fa filare, è lei il vero carrarmato”. Juraj e Marek, anno di nascita 1987. Di pochi mesi più giovane il napoletano. “Marek è un grandissimo giocatore, lo sappiamo tutti. Lo perdi un attimo, e te lo ritrovi davanti alla porta”.
Articolo modificato 5 Apr 2013 - 17:39