Chiusa questa piccoli parentesi storica, l’allenatore ravennate è un tecnico di valore che ha probabilmente raccolto in carriera finora meno di quanto avrebbe meritato, è uno dei tanti prodotti di quella scuola sacchiana di calcio totale, che ha saputo evolvere quel 4-4-2 in un moderno 4-3-1-2 capace di rinculare e ripartire velocemente imbastendo trame di gioco interessanti grazie sia alle sovrapposizioni continue dei terzini, che alla tecnica degli avanti nei fraseggi stretti. Punto fermo dell’attacco è il solo Borriello, per il posto accanto a lui sono in corsa Jankovic (autore tra l’altro di alcuni eurogol in passato contro gli azzurri) e Ciro Immobile, che seppur con caratteristiche diverse hanno l’incarico di assistere la costruzione della manovra svariando intorno ai movimenti di Borriello, mentre il trequartista che sia Bertolacci oppure Jorquera ha il ruolo di impostare l’azione e poi inserirsi oppure di rifinire l’azione nei sedici metri finali.
Considerati gli impacci dei difensori del Napoli nelle ultime due gare ci sarà da lavorare con molta attenzione per evitare di subire situazioni pericolose dai rossoblù che seppur con il derby nel mirino, hanno il fiato del Siena sul collo da diverse giornate e non possono uscire dal campo senza aver tentato il colpaccio per allontanare i toscani e il redivivo Palermo dal quel quart’ultimo posto che vuol dire ancora Serie A.
Il Napoli deve quindi prestare attenzione alla manovra del Genoa, magari andando a infastidire quel Kucka attraverso i piedi del quale passa la transizione dalla fase passiva a quella attiva del gioco genoano e cercando al contempo di portare pressione alla linea di difesa che sarà composta probabilmente da Bovo e Portanova, che con la maglia (ancora rossoblù) del Bologna è stato l’ultimo a sbancare il San Paolo a dicembre.
Andrea Iovene
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Articolo modificato 6 Apr 2013 - 13:28