Arriva puntuale il commento, nell’edizione odierna de Il Mattino, dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni sulla gara di ieri sera al San Paolo tra Napoli e Genoa. Queste le sue parole.
Il tifoso ci sperava, di arrivare a questa settimana in queste condizioni. Perché dover giocare uno spareggio è sempre antipatico, e giocarselo in territorio avverso, contro una squadra arrembante e ricca di vittorie in serie, è ancora più antipatico. Pensateci un po’: andare a San Siro, con la consapevolezza che se si perde ti passano avanti, e tu sei costretto a rincorrerli fino alla fine. E non solo: loro col morale alle stelle, su di giri, con un mare di punti guadagnati nel girone di ritorno; magari pure con un po’ di rimpianto per essersi mossi tardi, ché se ripartivano prima potevano pure mettere in discussione lo scudetto bianconero. E questa situazione era figlia degli investimenti fatti nel mercato di gennaio, quando l’avversario azzurro comprava Calaiò (con tutto il rispetto) mentre il facoltoso presidente si svenava prendendo un certo Balotelli dal Manchester City.
E invece si dà il caso che il minifilotto di vittorie ce l’abbiamo noi, e non stava scritto da nessuna parte che a Torino negli ultimi nove minuti si riprendeva una partita persa, e che si batteva il grifone disperato, immerso nei guai fino al collo dalla vittoria esterna del Palermo e dalla bella marcia del Siena, pur penalizzato. Insomma, come si dice in questi casi l’inerzia è dalla parte azzurra. E quindi si può giocare per due risultati su tre, nella temibile Milano; e si spera anche in un arbitraggio equanime, visti gli sfracelli dell’ineffabile Tagliavento, il peggior arbitro di tutti i tempi dopo il Moreno coreano. E in più, ciliegina della prima domenica pallonara di aprile, proprio Attila Balotelli, l’uomo al passaggio del quale non cresce più l’erba del terreno di gioco, si guadagna una giornata di squalifica nel momento più opportuno (per noi). Questa storia di Balotelli merita due parole di approfondimento. L’ammonizione ricevuta ieri, a Firenze, è davvero degna di una sonora sculacciata: il campione rossonero, alfiere della rimonta, realizzatore maiuscolo dalla media favolosa, come impazzito ruba la palla a un viola che sta per battere una punizione e parte da solo sfera al piede, nello sconcerto generale. Ora, posto che molto del nuovo corso milanista dipende dal purissimo talento del nazionale azzurro, ci si chiede come funzionino le sinapsi dell’uomo e che cosa induca questo ragazzo a queste topiche colossali. Pagherei di tasca mia per vedere il filmato delle rimostranze, detto eufemisticamente, di Galliani nei suoi confronti, negli spogliatoi. Ciò posto, siamo ben lontani dal poter cantare vittoria: ricordiamo che El Shaarawi, fino all’arrivo del colosso nero, segnava con spaventosa continuità giocando da prima punta mobile; e che, terque quaterque, domenica prossima sarà di nuovo nella vecchia posizione. Attenzione massima, quindi: anche perché, quando sono concentrati e soprattutto contro le squadre che devono vincere per forza, e quindi si buttano avanti a testa bassa, gli azzurri danno il meglio di sé. Ma lasciateci sorridere al fatto che, comunque vada, lunedì prossimo il nostro Napoli sarà ancora secondo e da solo. E con lo scontro diretto in meno, e con una partita in meno da giocare prima della fine”.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 8 Apr 2013 - 12:17