A volte sono quelle frasi buttate lì, quelle frasi che passano un po’ inosservate che ci devono far indurre a riflettere. Come quella di Pandev nel dopopartita di Napoli-Genoa. “E’ vero che ora sto meglio fisicamente, ma mi ha anche aiutato il fatto che ho cambiato modo di giocare”. Frase lasciata scappare lì, ma che apre scenari di riflessione. Quando a dire una cosa del genere è un “addetto ai lavori”, gli crediamo sicuramente. Se il macedone è infatti tornato ad ottimi livelli, è anche grazie ad una squadra che ora funziona compatta, e funziona anche in modo diverso. Non è dalla partita di ieri con il Genoa che infatti gli azzurri pare abbiano trovato un assetto diverso, più aggressivo e con un baricentro più alto. E soprattutto, pare che, nella fase difensiva, la difesa a cinque, serrata e compatta come la conoscevamo, sia stata accantonata e sia diventata una difesa a quattro. Spesso si vede infatti Britos, bravo negli anticipi sia aerei che palla a terra, salire in fase di non possesso allo stesso livello del centrocampo, con uno tra Dzemaili e Behrami che a turno si staccano e vanno in pressing alto, dando vita ad un 4-2-3-1 con Hamsik e Pandev in posizione di trequartisti laterali. Non è forse quindi un caso l’accantonamento di Inler in queste ultime partite, sicuramente il meno capace tra i tre svizzeri a compiere questo lavoro da elastico continuo.
In questo movimento centrale, i due esterni Maggio e Armero (o Zuniga) devono anch’essi essere bravi a fare da elastico e a supportare questo movimento di Britos facendo rimanere la difesa con le distanze giuste. Tra i due esterni quello più costretto a coprire la posizione è quello mancino, proprio perché è Britos, il centrale sinistro, quello che sale a centrocampo. Mentre sulla destra Maggio è più libero di partire, accompagnato talvolta da un Campagnaro che, in straordinaria forma, riesce a creare spazi portando il pallone come pochi altri difensori in Italia. In questo modo il Napoli può portare sin dalla fase di non possesso quattro giocatori in posizione offensiva, pronti a recuperare palla e a far partire brevi ma micidiali contropiedi, come avvenuto più di una volta contro il Genoa. Raramente come contro Torino e Genoa infatti si è visto un Napoli creare tante palle gol e tante situazioni diverse di gioco. Sicuramente la forma fisica ritrovata della squadra intera ha aiutato a compiere questo piccolo grande passo dal punto di vista tattico, che non è un passo senza ritorno, ma probabilmente solo una variante tattica che Mazzarri si sta inventando per dare alla squadra più “vestiti” anche nel corso della stessa gara. Era da tanto tempo che si auspicava una soluzione tattica diversa, ed ora eccola. Nessuna rivoluzione, ma un cambiamento che a breve sta certamente dando i suoi frutti.
Articolo modificato 9 Apr 2013 - 11:20