“Mi sono fatto di tutto. Cocaina, eroina, canne, tequila, doping: per 20 anni ho giocato alla roulette russa”. La sua dipendenza con le sostanze stupefacenti è cominciata nei primi anni 80, all’epoca della sua prima esperienza al Corinthians: “A quei tempi, però, ci andavo ancora piano: solo qualche canna e qualche preparato di cocaina”. Poi nulla nella parentesi europea dall’86’ al 1993 con Porto, Ascoli e Torino, salvo poi ricominciare una volta appesi gli scarpini al chiodo nel 1997: “Mi sentivo tremendamente vuoto e cercavo rifugio nella droga. In una sola sera ero capace di sniffare 3 grammi di cocaina e poi iniettarmi una dose di eroina, fumarmi una canna e bermi una bottiglia di tequila”. Era un’ossessione: “Per 20 anni ho giocato alla roulette russa, copiando quella spinta all’autodistruzione che vedevo nei miei miti del rock, da Jim Morrison a Janis Joplin e Jimi Hendrix”. Infine anche al doping, anche se “dopo un po’ mi sono rifiutato di continuare. Ci obbligavano a fare dell’iniezioni intramuscolo e il risultato era sbalorditivo”. Il tutto avvenne in Europa, ma Casagrande non ha fatto riferimento in quale squadra. Ora la fine del tunnel dopo 4 overdosi e il ricovero per oltre un anno in una clinica: “Mi sento rinato”.
Fonte: Sportmediaset.it
Articolo modificato 9 Apr 2013 - 17:24