Una vittoria con un gol di Pandev?
«Al Milan ho segnato due gol, uno con l’Inter in campionato e un altro con la Lazio che ci regalò il passaggio del turno in coppa Italia. Ci proverò ovviamente, l’importante è il risultato, conta solo il Napoli. Se segno io oppure un altro non fa nessuna differenza».
Come si vince al Meazza contro il Milan? Il Napoli non ci riesce da una vita, ben 27 anni.
«Si vince con la testa, la grinta, scendendo in campo senza paura e con la piena consapevolezza dei propri mezzi. Conta molto l’atteggiamento, la voglia di vincere e bisogna cercare di imporre il proprio gioco. Insomma, sono partite in cui devi giocare senza timori».
E nel Milan mancherà Balotelli: un bel vantaggio?
«Balotelli è un grande attaccante e nel Milan sta facendo molto bene, il suo impatto è stato decisamente positivo e non solo in termini di gol. Ma ci sono El Shaarawy, Pazzini, due attaccanti altrettanto forti, e tanti altri buonissimi giocatori: sarà una partita difficile e ci vorrà un grande Napoli».
In primavera è rifiorito, belle prestazioni e due gol: come spiega la rinascita nelle ultime partite?
«Fisicamente adesso sto bene, per un periodo ho sofferto anche per un infortunio e mi sono trascinato dei problemi alla caviglia. Ora mi sento meglio e non ci sono più le partite infrasettimanali di Europa League, non c’è più la stanchezza per i viaggi, gli spostamenti: abbiamo la settimana tipo per allenarci, il lavoro atletico sta dando i suoi frutti».
E la maggiore presenza in zona gol: ora è a quota quattro, a quanto vuole arrivare?
«La mia maggiore presenza in zona gol dipende dal fatto che nelle ultime settimane ho giocato più vicino alla porta avversaria: il modulo è stato leggermente diverso, siamo passati a un 3-5-1-1 e così ho potuto puntare maggiormente al gol. Per me conta la prestazione più delle reti, quindi, va benissimo qualsiasi sistema di gioco, l’importante è il risultato della squadra. Mi sono sempre impegnato al massimo per la squadra anche nel periodo in cui non arrivavano i gol».
Che effetto fa essere il partner in campo di Cavani?
«Cavani è un grandissimo giocatore, un fenomeno, molto generoso, difficile vedere un attaccante che s’impegna così nella fase difensiva. Un trascinatore per tutti quanti noi, fa sempre i movimenti giusti, sai dove trovarlo, davanti al portiere fa sempre gol. E poi è un bravissimo ragazzo, una gran bella persona».
Che futuro prevede per Edinson?
«Questo non lo so. Il mio auspicio è che resti qui. Se il Napoli vuole continuare a crescere devono restare Cavani, Hamsik e Mazzarri».
Mazzarri, quanto è stato importante per lei e quanto lo è per il Napoli?
«Mazzarri per me è stato importantissimo. L’anno scorso mi voleva qui, nell’Inter avevo perso un po’ di fiducia e lui mi ha restituito entusiasmo e fiducia nei miei mezzi. A Napoli sta facendo un lavoro straordinario, come prepara lui le partite non lo fa nessuno. Per me è l’allenatore italiano più bravo di tutti, i risultati parlano chiaro, anche quelli che ha conquistato in precedenza con la Sampdoria e da altre parti. Spero per il Napoli che resti e lo spero anche per lui: qui ha avviato un ciclo importante e ha una squadra che lo segue alla lettera. Ovviamente non posso decidere per lui ma spero veramente tanto che resti».
E Pandev resterà?
«Ho due anni di contratto, qui mi trovo benissimo, ho voluto fortemente Napoli perché il calcio come viene vissuto qui non si vive da nessun’altra parte. La passione è unica, una piazza superiore a tutte quante le altre da questo punto di vista, Juve, Milan e Inter comprese. A Napoli il calcio si vive in maniera veramente speciale. L’emozione per la vittoria in coppa Italia con il Napoli non l’ho provata neanche quando ho vinto lo scudetto e la Champions League con l’Inter. Finchè ho stimoli vorrei restare qui, anche se reggere le pressioni è dura. Prima o poi vorrò dedicarmi di più alla mia famiglia, ai miei bambini. Sono ormai sette anni che tra viaggi, partite di campionato, impegni europei di Champions League, a casa sto pochissimo».
Come giudica Insigne, il giovane attaccante, suo rivale di maglia?
«In una squadra sono tutti rivali, nel senso che tutti lavorano sodo e lottano per conquistare una maglia da titolare. Insigne sta crescendo sempre di più, ha grandi qualità, un ottimo giocatore e qui a Napoli lo ha già dimostrato».
Lo scudetto: la Juve lo ha già vinto?
«Non ancora perché mancano sette partite e cioè ci sono a disposizione ventuno punti, quindi aritmeticamente lo scudetto non è ancora assegnato. Ma indubbiamente la Juve è molto vicina a vincerlo. Direi vicinissima».
Cosa è mancato al Napoli, come spiega i nove punti di distacco dai bianconeri?
«Per me la differenza l’hanno fatta alcune partite al San Paolo e in modo particolare quelle contro le piccole. La differenza in negativo l’hanno fatta le sfide interne con Bologna, Torino e Sampdoria. Sono questi i punti che ci mancano».
Quindi, non ritiene la Juve di molto superiore al Napoli?
«Negli scontri diretti abbiamo giocato sempre alla pari. Lo abbiamo dimostrato nella sfida del San Paolo, nella finale di Supercoppa a Pechino e a Torino dove per ottanta minuti la partita è stata in equilibrio e loro l’hanno vinta solo nel finale grazie anche a un pizzico di esperienza in più».
Guardi alle spalle: pensa che Inter e Lazio, sue ex squadre, e la Fiorentina siano fuori dai giochi per il secondo posto?
«Spero di sì, ma dipenderà tutto da noi. Siamo davanti e se vinciamo sempre o quasi sarà impossibile riprenderci. La Lazio sta facendo molto bene ed è andata avanti anche in Europa League, l’Inter parte sempre con l’obbligo di dover vincere e vincere non è facile. La Fiorentina sta disputando un’ottima stagione».
Le cene del mercoledì, compattezza del gruppo e scaramanzia: con chi si diverte di più?
«Il gruppo Napoli è veramente straordinario, uno dei punti di forza del lavoro di Mazzarri. Sono tutti ottimi ragazzi, mi diverto con tutti, direi in maniera speciale con Grava che è davvero simpaticissimo. Anche a tavola trascorriamo momenti di grande serenità».
L’importanza della società, il rapporto con il presidente De Laurentiis: il patron a Castelvolturno è venuto a trovarvi dopo la sconfitta di Verona con il Chievo…
«L’ottimo lavoro della società è testimoniato dall’escalation di risultati del Napoli in questi otto anni. Con il presidente il rapporto è ottimo, la sua presenza a Castel Volturno in quell’occasione fu molto importante, arrivò in un momento difficile per noi e la sua presenza ci diede una grande carica».
Mourinho è in semifinale: può rivincere la Champions con il Real Madrid?
«Certo che può vincerla ancora, il mio augurio è che ce la faccia anche quest’anno. Il Real Madrid è una grandissima squadra. A livello di semifinali sono tutti grande squadre ed è difficile fare pronostici, Mourinho però ha grandissima esperienza ed è abituato a vincere».
Sul suo voto a Mou per il premio Fifa è venuta fuori la verità ed è stata confermata la sua versione…
«Si era trattato soltanto di un equivoco che la federazione macedone ha poi chiarito. Il mio voto l’avevo dato a Mourinho, un allenatore straordinario che mi ha dato tanto. Il migliore di tutti».