Docente universitario alla Cattolica, avvocato di grande fama della Milano da bene e infine anche manager, è da poco diventato presidente del gruppo Esselunga, questo è Vincenzo Mariconda, ma non solo e a dirlo e lui stesso: “Sono un docente e un avvocato, ma quando entro a San Siro mi dimentico tutto, divento solo uno dei più accaniti vecchi tifosi del Napoli”. Vincenzo Mariconda non si esime dal seguire il suo Napoli quando sbarca nella sua Milano al Meazza, nonostante i medici per motivi di salute gli abbiano vietato l’andare allo stadio dopo la finale di Coppa Italia vinta contro la Juventus. “Domenica mi consigliano di lasciare stare – racconta Mariconda – ma ho il posto e c’è una grande attesa. Dico ai medici che sto bene e vado“.
Lui che Milano la conosce bene racconta sulle pagine de Il Mattino questo suo strano paradosso: tifoso del Napoli e uomo tra i più in vista di Milano.
Più le sofferenze o le soddisfazioni con il Napoli a San Siro?
“Sinceramente, più le sofferenze. Da ragazzino, avevo 15 anni, mi ricordo la gioia di un gol di Di Giacomo contro l’Inter. Sempre contro i nerazzurri nel ’91 esplosi per un gioiello di Careca: ero in curva, e dopo la gioia ci fu qualche momento problematico con le persone intorno. Contro il Milan il ricordo è quello di Maradona, con il gol di testa da centrocampo”.
Come vive Milano questo appuntamento?
“Il Milan è una grande società con una tifoseria importante che è cresciuta di umore man mano che la squadra è uscita dalle secche dalla prima parte del campionato. Ora c’è grande tensione intorno a questo match: arrivare alla Champions senza preliminari significa per loro recuperare una stagione”.
Come finirà?
“In questo momento sono molto ottimista. Nelle ultime partite il Napoli ha giocato benissimo, ed è in condizioni psicologiche ottimali: ha 4 punti di vantaggio e il Milan deve affrontare la Juve. I rossoneri hanno gufato per settimane pensando di aver in tasca il secondo posto, ora rischiano solo loro”.
Fonte: Il Mattino