Cavani a Napoli si trova bene. Ha riscontrato un habitat a sua misura. Con i tifosi ha stabilito un forte feeling. Idem con il presidente, con i compagni di squadra, con l’allenatore. E sa anche che il Napoli in Champions si attrezzerebbe a dovere, non farebbe da cenerentola, tantomeno flop come è successo in Europa League. Ormai è entrato mentalmente nel progetto-De Laurentiis. Un progetto che cresce di anno in anno. Così come cresce il progetto tattico. Anche quest’anno può arrivare alla soglia dei trenta gol in campionato. E soprattutto quest’anno può vincere anche la classifica dei cannonieri, altro titolo che gli sta a cuore e che fa scattare l’ennesimo bonus. Questo grazie a una squadra che lo cerca a ripetizione, lo mette in condizione di battere a rete spesso, che gli perdona qualche penalty fallito, che non gli fa pesare qualche digiuno prolungato.
Cavani a Napoli si sente un numero uno. E tale lo considerano tutti. Non sa cosa potrebbe succedere in un altro ambiente, in un altro spogliatoio, con un altro allenatore. Afferrare la Champions dalla porta principale, potrebbe spegnergli quella voglia di correre dietro alle sirene del calcio mercato. Fu proprio nella competizione europea che incantò Roberto Mancini sia nella gara di andata (doppietta) che al ritorno (un gol); mandò in crisi la difesa del Chelsea (un gol e doppietta di Lavezzi) i futuri campioni d’Europa; e incantò Heynkes, allenatore del Bayern.
Mourinho già lo conosceva. L’avrebbe voluto all’Inter se fosse rimasto a Milano. E anche Ancelotti e Guardiola sono suoi estimatori da tempo. Ma se l’operazione economica si presentasse proibitiva per tutti, potrebbe restare e De Laurentiis procedere con altri rinforzi per rendere il Napoli competitivo in Champions e convincere gli estimatori a tuffarsi magari l’anno prossimo. Chissà.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 19 Apr 2013 - 10:39