Il presidente Aurelio De Laurentiis e il tecnico Walter Mazzarri sono intenzionati a proseguire il sodalizio che dura da quattro stagioni. La partecipazione in Europa e una Coppa Italia fanno capire che la “coppia azzurra” funziona molto bene.
Si sono incontrati martedì, in occasione della finale di Coppa Italia giocata dalla Primavera azzurra con la Juve al San Paolo. Si sono incontrati, sì, ma nel vero senso della parola: un saluto, l’ormai consueta cordialità, due chiacchiere e un arrivederci. A quando? Beh, sicuramente a domenica, quando il Napoli giocherà con il Cagliari, ancora al San Paolo: una giornata fondamentale, per il destino-Champions. Per il secondo posto che vale il pass alla fase a gironi e un bel gruzzolo europeo da investire sul mercato: se nel posticipo della sera la Juve batterà il Milan e nel pomeriggio Cavani e compagni collezioneranno altri tre punti, il vantaggio schizzerebbe a più sette. Chiaro? E a questo punto, ogni giorno diverrebbe buono per cominciare ad affrontare seriamente la questione matrimoniale. Faccia a faccia. Presidente e allenatore. Penne alla mano.
E allora, lo scenario. Che giorno dopo giorno si arricchisce di un particolare: economico, tecnico, umorale. In una sola parola, contrattuale: tre anni la prima offerta; due anni la seconda fase; due anni, come base, e l’opzione su un terzo, l’ultima parentesi aperta e chiusa nel bel mezzo di una trattativa andata avanti per mesi, tra un messaggio subliminale e un altro pubblico; una cena e una telefonata; un incontro blindatissimo e l’altro. Non resta che scrivere la parola fine. Anzi l’ultimo capitolo, quello decisivo. L’epilogo in calce al quale apporre le due firme: De Laurentiis e Mazzarri, ancora insieme.
Il trend è quello: continuità. Sì, è questa la strada intrapresa: la matrice è positiva, e a dirla tutta il contratto è già pronto. De Laurentiis, del resto, non aspetta altro da un po’: lo ha detto, ribadito e sottoscritto. E’ con questo allenatore che vuole continuare a sviluppare il suo sogno tinto d’azzurro. E’ con lui che vuole vincere: con il tecnico conosciuto nel 2009 e con Cavani, possibilmente. Altra storia, altro giro di tango. Questa, nel frattempo, è la base: il presidente vuole che il nuovo Napoli e la prossima Champions siano ancora targate Mazzarri. E anche il popolo azzurro attende con ansia l’annuncio: non si parla d’altro oltre che del Matador (ovviamente).
Non resta che attendere il faccia a faccia finale. L’ultimo e decisivo. Che in un modo e magari anche in un altro – ipotesi ormai molto remota – chiuda la situazione di stallo. La squadra del futuro e la prossima stagione, del resto, cominciano a prendere forma almeno nelle idee: ora è necessario costruire concretamente. In questo senso, domenica potrebbe fungere da volano: una vittoria, e la concomitanza di un certo risultato allo Juventus Stadium, varrebbero a ipotecare seriamente, se non a blindare, il secondo posto. Una posizione, una condizione perfetta per sedersi faccia a faccia, parlare e concludere.
L’offerta di De Laurentiis è importante, importantissima, super, ma al di là della legittima soddisfazione economica, guadagnata sul campo, Mazzarri guarda ad altro: non è soltanto una questione di ingaggio, l’accordo su quello esiste già, ma di programmi. Il tecnico ha anche stilato una lista di giocatori-desideri, in cui spicca gente come Hernanes, per intenderci, e dunque attende di capire in maniera ufficiale le intenzioni del club.
Con Riccardo Bigon invece, in queste ore c’è stato un incontro a Roma. Una riunione patron-direttore sportivo e via. In attesa di quella decisiva, ovviamente: con Mazzarri. E poi il futuro decollerà.