Lo racconta la storia di questo campionato, lo dicono le scelte recenti di Mazzarri, lo “certificano” i numeri: 33 le presenze di Insigne (14 da titolare e 19 da subentrato) e 3 soltanto quelle di Calaiò tornato azzurro col mercato di gennaio. Ma non sono solo i numeri a spingere per l’ipotesi Insigne assai più dell’altra. E’ già capitato, infatti, che sia mancato El Matador. L’ultima volta a Torino contro il Toro e Mazzarri non ebbe esitazioni: Pandev e Insigne là davanti e Hamsik un po’ più indietro, con Cavani (appena rientrato dalle fatiche con la sua Nazionale e da un viaggio complicato e quasi avventuroso) che poi a metà secondo tempo rilevò proprio il brasiliano di Frattamaggiore.
E poi, non è forse vero che proprio lui, proprio questo ragazzo di 163 centimetri, 59 chili e un destro di velluto, solo poche ore fa, con un suo gol vincente al Cagliari, ha cambiato il corso d’una gara che dal rischio di imperdonabile occasione persa s’è trasformata in finestra spalancata sulla qualificazione Champions senza passare neppure dai preliminari? No, non per dire che certe volte il calcio deve saper essere anche riconoscente, ma per ribadire che un talento come il suo, forse già costretto a tirare la cinghia troppe volte, non può essere messo da parte il giorno in cui non c’è Cavani.
E allora, come s’è già visto, Pandev un po’ più avanti, Insigne più o meno sullo stesso parallelo ma spostato più di lato e Hamsik suggeritore ma anche incursore alle loro spalle: sarà, dovrebbe essere questa la scelta di Mazzarri per Pescara, città, squadra, prato che solo un anno fa adorava quel ragazzo e che per uno strano gioco del destino, in tempi un po’ meno recenti ebbe protagonista pure Calaiò. Anzi, proprio dal Pescara lo portò al Napoli Marino. Così come dal Pescara l’estate scorsa il Napoli richiamò Lorenzo.
CALAIO’ – E allora, Insigne per Cavani e Calaiò in panchina pronto, se chiamato, a fare la sua parte? Così dovrebbe andare. Soluzione che, oltretutto, tatticamente potrebbe creare al Pescara più problemi. Di sicuro più rischi grazie all’abile e spesso vincente uno contro uno di Insigne, alla mancanza di punti di riferimento là davanti per il sapiente ciondolare di Pandev tra centrocampo e attacco, alla capacità del signor Marek di cercare e trovare i corridoi giusti per arrivare al tiro. Con Calaiò, invece, il Napoli avrebbe un terminale di riferimento davanti a Pelizzoli e un centravanti che ci sa fare anche di testa. Una importante alternativa, insomma. Due modi diversi d’attaccare, ma tutti e due con l’identico obiettivo: ritirare a Pescara il passaporto definitivo per la Champions.
Fonte: Corriere dello Sport