Prima della travolgente serata che ha condensato la performance musicale di Valerio Jovine e l’estrema abilità nel live painting di Paolo Castaldi, l’autore milanese ha presentato il suo libro a fumetti “Diego Armando Maradona” presso il centro occupato La Rue, sito in Via Mezzocannone 12 a Napoli. Non potendo avvicinare Paolo in occasione del lancio ufficiale del 30 ottobre scorso, SpazioNapoli.it ne ha approfittato per intervistarlo e conoscere il suo background, le prospettive future e il parere, da tifoso azzurro qual è, sul finale di campionato del Napoli.
Il lavoro sensazionale svolto su “Diego Armando Maradona” sta riscontrando il successo di vendite che merita. Le tavole dell’opera sono caratterizzate da un colore predominante, ossia l’azzurro. Quale valore simbolico attribuisci ad esso?
Al di là del naturale accostamento con le maglie del Napoli e della Nazionale argentina, l’azzurro mi porta subito alla mente Diego. E’ la tonalità che meglio caratterizza il suo spirito.
Oltre a presenziare allo stand dell’editore BeccoGiallo, durante il Napoli Comicon gareggerai per il Premio Micheluzzi nella categoria Miglior Fumetto. Tra i candidati c’è anche ZeroCalcare, che è riuscito ad emergere soprattutto grazie al web e ai social network. Qual è il tuo rapporto con queste realtà telematiche?
Molto diverso: ZeroCalcare nasce, cresce e produce su Internet poiché la sua tipologia di fumetto, incentrata su una serie di poche vignette, si adatta alla perfezione a questo contesto. Io, pubblicando storie lunghe, sono maggiormente legato alla carta stampata. Utilizzo Facebook e il blog biancoruvido come alternative alla promozione diretta del mio operato che, in un settore fermo e stereotipato come quello del nostro paese, risulta ancora la via più efficace.
Quali sono gli autori che hanno maggiormente influenzato la tua crescita professionale?
Guarda, da quando ho iniziato a seguire questo fantastico mondo, a seconda dei titoli che scoprivo facevo miei dei determinati autori, ponendoli così come modelli di riferimento. Dovendo scegliere, opterei per Gipi, Hugo Pratt, Milo Manara e Katsuhiro Otomo.
Hai già in mente delle idee per i prossimi progetti?
Prima di realizzare un altro libro per BeccoGiallo, vorrei fermarmi un po’ e “ricaricare le pile”. Non ti nascondo che sto pensando di propormi anche a qualche casa editrice francese. Diversi autori l’hanno fatto prima di me senza avere in cambio la necessaria continuità lavorativa. Io vorrei approfittare del momento propizio, della mia esperienza acquisita anno dopo anno e provarci. Detto ciò, sto ultimando un’autoproduzione intitolata EP, che presenterò, in appena 100 copie firmate, nel corso del prossimo Lucca Comics. E’ un progetto davvero particolare, che ruota attorno al mondo della musica e al concetto del tempo, suggeritomi involontariamente dalle canzoni di due gruppi: La Linea del Pane e la Piccola Bottega Baltazar. La Passenger Press contribuirà al formato, somigliante in tutto e per tutto ad un disco vinile.
Milanese e tifoso del Napoli. Un binomio che sta caratterizzando l’ultima parte del campionato di Serie A. Alla luce degli ultimi risultati, credi che gli azzurri abbiano blindato il secondo posto?
Da napoletano, tenderei ad essere scaramantico (ride Ndr). Scherzi a parte, sarebbe una follia sperperare il vantaggio accumulato sul Milan. Ci sono partite insidiose, con diverse squadre costrette a salvarsi, ma penso che il gruppo allenato da Mazzarri saprà gestire il finale di stagione utilizzando la massima concentrazione.
Facendo le dovute proporzioni, nel Napoli di oggi riesci a vedere il “Maradona” della situazione?
Diego era un leader, un uomo squadra, trascinava i compagni trasmettendo un’emotività senza pari. Sono aspetti che mancano ai calciatori d’oggi, attenti solo al freddo aspetto tecnico della loro professione. Tuttavia, nel Napoli di oggi mi colpisce il carisma, maturato con l’esperienza, di Hamsik. Il suo contributo in campo è imprescindibile, addirittura più di quello garantito da Cavani! Secondo me lo slovacco è cresciuto tanto dopo il no al trasferimento al Milan. E’ stata una svolta in grado di completare il suo ricco bagaglio di qualità individuali.
Il ritorno a Napoli di Diego dello scorso febbraio ha dimostrato ancora una volta l’amore incondizionato per lui della platea azzurra. E’ possibile ipotizzare un suo futuro ruolo all’interno della società partenopea?
Non credo, mi riesce difficile vedere Maradona dietro a una scrivania. E, sinceramente, non mi entusiasma neanche come allenatore. Magari potrebbe ricoprire il ruolo di uomo immagine, di motivatore: quello sì che sarebbe un bel colpo!
Prima o poi riuscirai a fargli leggere la tua opera?
Stiamo cercando di tradurla in spagnolo per fargliela avere, i canali ci sono. Pensa che la prima intervista che feci, a pochi giorni dall’uscita del libro, fu per una radio di Buenos Aires, quindi sono convinto che gli sarà sicuramente giunta all’orecchio l’esistenza di questo omaggio da parte di un maradoniano accanito come il sottoscritto. Credo che gli piacerà, ma non escludo che, una volta letto, possa contattarmi rimproverandomi per come l’ho disegnato. Da lui mi aspetto qualsiasi cosa!
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