Si scrive Insigne e però si legge nel futuro, in quella dimensione onirica da condividere sino al 2017 (e oltre), in quel desiderio di starsene nella culla dei propri sogni – il San Paolo – e poi lanciarsi verso il Brasile. “Io da Napoli non mi muovo”. Da un’annata meravigliosa emerge la voglia matta di giocare e di vincere, di conquistare spazi sempre più ampi e d’esaltare se stesso, il proprio talento, quel dna da scugnizzo che al minuto 94′ d’una gara stregata va a rischiare grosso, “arma” il destro, s’imbatte in Persico e però vede uscire il jolly.
L’ora d’Insigne scocca sempre, da trentatré partite in qua: e in quei 1557 minuti effettivi giocati, c’è stata la possibilità d’infilare cinque reti e quattro assist, di guadagnarsi la leadership dell’Under 21 e una convocazione con debutto in Nazionale, di rappresentare il quarto tenore del Napoli ormai lanciatissimo verso la Champions, l’universo spaziale che già gli riempie gli occhi, che l’induce a fantasticare su quelle notti magiche: “Io sono di Napoli e del Napoli, qui ci sto benissimo. Sogno di vincere con questa maglia”.
Fonte: Corriere dello Sport