Calaiò e Insigne: stessi amarcord, accoglienza diversa

insigneSarà una serata speciale per due azzurri del Napoli. Emanuele Calaiò e Lorenzo Insigne stasera riabbracceranno il pubblico di Pescara all’Adriatico, terreno di gioco che li ha visti maturare e spiccare il volo. Cuore in gola e testa nei ricordi. All’entrata in campo però, l’accoglienza potrebbe essere diverse per i due attaccanti del Napoli nonostante il gran rendimento avuto con la maglia dei delfini. Per Insigne saranno applausi a scena aperta. L’anno scorso ha trascinato sotto la guida di Zeman e in coppia con Immobile la squadra adriatica in Serie A, con 18 gol in 37 giornate e tante giocate di qualità, dimostrando di essere uno dei migliori della scorsa serie cadetta. Ha conquistato Pescara con la sua qualità, con giocate e dribbling capaci di far impazzire la curva dell’Adriatico che fin dal primo giorno lo ha eletto idolo della tifoseria per la sua gran dedizione. Pupillo di Zeman, capace di coccolarlo in ogni occasione, Insigne ha trascinato i bianco-azzurri in A con quella sfrontatezza di un giovane che vuole emergere, crescendo e ritornando a Napoli ormai uomo con le spalle larghe, talmente larghe da accettare le critiche e le pressioni di una piazza per nulla facile per un giovane come lui, dribblandole con la sua immensa qualità. Il gol col Cagliari può essere quello della definitiva consacrazione e un’altra realizzazione stasera, potrebbe sì essere un calcio doloroso al passato, ma darebbe a tutta Napoli la possibilità di poter spiegare le ali per avvicinarsi all’obiettivo Europa entrando, come due anni fa, dalla porta principale. Chissà però, in quanti stasera, avranno un rimpianto nel vederlo giocare in A con la maglia azzurra. Di sicuro il presidente Sebastiani e i dirigenti adriatici si mangeranno le mani, consapevoli di esser stati ad un passo dal poter trattenere per un altro l’azzurro a Pescara se Verratti avesse accettato il Napoli in estate invece di preferire la Francia. Storie di mercato e rimpianti, come quello di aver visto partire Emanuele Calaiò troppo presto, nel pieno del suo processo di maturazione. Era il gennaio del 2005 quando l’arciere nativo di Palermo, dopo due super annate in maglia biancoceleste in Serie B, decise di accettare il nuovo progetto Napoli, ancorato in Serie C, e di lasciare un Pescara in piena corsa per la promozione. I tifosi non gli perdoneranno mai quella scelta e al primo rendez-vous all’Adriatico, nel 2010 con il Napoli in lotta per la Serie A, l’accoglienza fu piuttosto timida: tanti applausi ma anche fischi, ancora più fragorosi dopo il gol vittoria siglato proprio dal cannoniere azzurro su calcio di rigore. Stasera si prospetta una reazione simile dei tifosi del Pescara ma, per Calaiò, potrebbe valere quanto detto per Insigne: realizzare un gol significherebbe dimenticare il passato e volare in alto, verso quell’olimpo colorato di azzurro e con tante stelle luminose pronte a far spazio ad una nuova, quella firmata Ssc Napoli.

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