Meno sei o anche meno quattro: perché poi quando l’aritmetica offrirà certezze (o starà per farlo), allora verranno fuori le opinioni ufficiali, quelle che restano attualmente secretate, dispensate dal pubblico dominio, tenute incellophanate e poi infine scartocciate. Appuntamento per la firma: l’Inter , poi il Bologna e poi De Laurentiis e Mazzarri, tra otto giorni (o poco più), non appena sarà possibile sentirsi fisicamente in Champions. Il tempo è un galantuomo però scorre pure via assai velocemente: e, volendo, potendo, si può pure giocare d’anticipo, ovviamente avvertendo intorno la blindatura necessaria di quel secondo posto.
CAREZZE – Il futuro sta per arrivare, prepotentemente, e quando i giochi saranno (quasi) fatti, ci si concederà un pranzo o una cena o comunque un tavolo intorno al quale sedersi, per lasciar convergere le proprie filosofie, per dare il via al quinto Napoli di Mazzarri, per sposare reciprocamente quel progetto ch’è ha consentito di rientrare sistematicamente tra le Grandi d’una Europa alla quale De Laurentiis ha sempre strizzato entrambi gli occhi, per testimoniare una volta di più le proprie intenzioni: «Avremo modo di discutere quando sarà il momento, ora ci sono cose più importanti a cui pensare, le partite ad esempio, e non voglio distrarre il tecnico. Ma il mio Napoli sarà sempre competitivo ad alti livelli».
PROPOSTA – E allora, il conto alla rovescia è cominciato ed ha subito pure una percettibile accelerazione: sette punti sul Milan (e un consistente vantaggio nella differenza reti) e otto sulla Fiorentina (già nove, tenendo presente il responso negli scontri diretti), hanno abbassato ulteriormente le necessità degli azzurri: a quota settantaquattro, il massimo a cui possono aspirare i rossoneri, ci potrebbe persino già essere la Champions e allora l’assalto all’Inter parte con decisione, propedeutico poi alla missione-Bologna e ad un incontro che può essere persino previsto ancor prima che al san Paolo arrivi il Siena, contro il quale potrebbe bastare persino un pari.
Le idee sono già state elaborate, il contratto – biennale che ondeggia intorno ai tre milioni di euro – è un’ipotesi persino allargata dall’ultimo De laurentiis: «Dipendesse da me, gli proporrei anche un triennale: Mazzarri è un uomo leale, onesto, come ce ne sono pochi. Io e lui siamo due persone perbene, anche se abbiamo – talvolta – una visione diversa del calcio. Ma…». Ma la prima scelta resta Mazzarri, saldamente il leader delle scelte di De Laurentiis che alla propria filosofia intende dar continuità tecnica, ripartendo dall’allenatore con il quale ha conquistato due qualificazioni in Europa League e una in Champions. Alla prossima, che dista sei punti per non doversi perdere in oziosi calcoli, rappresenterà il passepartout per mettersi uno di fronte all’altro: penna, inchiostro e calamaio e avanti così. La settimana (enigmistica) sta per essere risolta.
Fonte: Corriere dello Sport